(C.Bott.) Soltanto nella primavera del 2018 da un
questionario sulla customer
satisfaction sottoposto alle famiglie dei pazienti assistiti dal centro,
specializzato nella cura e riabilitazione di bambini e ragazzi affetti da
autismo e patologie neuropsichiatriche, era emerso un livello di soddisfazione
ancora più alto rispetto a quello, già molto positivo, registrato l’anno
precedente. E in quasi la metà dei parametri presi in considerazione per
valutare la qualità del servizio si era arrivati a sfiorare il massimo dei
voti.
Il
riferimento è all’istituto “Villa Santa Maria” di Tavernerio e quella che segue
è la significativa testimonianza che ci giunge da Mandello. A inviarcela è Chiara.
Un testo dove la speranza e la positività prevalgono sulla paura e sulle legittime
preoccupazioni. Ecco, di seguito, la sua riflessione:
Ho un figlio di 15 anni, ma sembra
un bimbo di 7. Vive in un istituto a Tavernerio da oltre 2 anni ed è affetto da
una malattia genetica rara. Ha un comportamento di tipo autistico, tra le altre
complicanze, ma l’istituto che lo ospita è una realtà che funziona molto bene e
che da subito ha messo in atto tutte le misure necessarie per salvaguardare la
salute, già così precaria, dei piccoli ospiti che abitano lì.
Niente visite esterne, niente uscite
nei week-end. Soltanto videochiamate e tutti noi genitori abbiamo da subito,
con molta fatica a livello emotivo, assecondato le richieste della direzione
sanitaria per non ostacolare in nessun modo il lavoro già assai complicato degli
operatori dell’istituto.
Emanuele è un ragazzino che se
potesse vivere all’aperto 24 ore al giorno lo farebbe, ha un rapporto di
panismo vero con la natura nella quale si mescola e si immerge, in maniera
quasi simbiotica. Ha sempre sofferto quando abitava con noi, nelle giornate di
maltempo invernale, quando doveva restare in casa e passava il tempo incollato alla finestra
del soggiorno a osservare la vita al di là
di quel vetro....
Chissà cosa prova adesso, lui che non
capisce perché il suo livello cognitivo gli impedisce di ragionare, di comprendere,
di chiedere... Lui che non mi vede da più di un mese e quando facciamo la
videochiamata sorride e dice “Adesso arriva la mamma...”.
Sicuramente gli manchiamo, e
nonostante tutto l’amore che riceve dai meravigliosi operatori che lo assistono
pensa alle nostre giornate in auto alla ricerca di un treno che passa, di un
aereo nel cielo o di un surfista... Per fare al tappa al Mc-Drive e ordinare
semplicemente “il solito” ( tanto i ragazzi ci conoscono e sanno cosa vogliamo)
prima di fare ritorno all’istituto.
Eppure, nonostante la sua patologia
così complicata, so che è abbastanza bravo e che, dopo un periodo iniziale di
forte malessere e disagio, ora ha capito che deve anche lui “stare a casa”…
Chiara
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