Una
mensilità del proprio “stipendio” da sacerdoti per sostenere l’ospedale “Eugenio
Morelli” di Sondalo e acquistare materiale sanitario indispensabile per
fronteggiare l’emergenza Covid-19.
L’idea
era venuta a don Augusto Bormolini, vicedirettore della
Caritas diocesana di Como e parroco di Tresivio. “Dopo uno scambio di idee tra
preti - spiega don Augusto - non solo ho trovato immediato appoggio ma,
insieme, abbiamo pensato di riproporre, per la modalità di raccolta, quella con
cui nacque nel 2009, in diocesi di Como e non solo, il Fondo diocesano di
solidarietà famiglia-lavoro”.
Un
nuovo consulto via telefono tra confratelli, l’invio di una e-mail esplicativa
del progetto a firma del vicario episcopale per la Valtellina e la
Valchiavenna, don Andrea Salandi, e il meccanismo è partito.
La
risposta è stata generosa e immediata: è stata raggiunta quota 50mila euro e
alle mensilità sacerdotali si sono aggiunte offerte spontanee di numerosi laici
che, venuti a conoscenza dell’iniziativa, hanno deciso di dare a loro volta un proprio
contributo.
Il dottor Simone Del Curto. |
Le offerte sono
state fatte confluire sul conto corrente della Caritas, per assicurare
trasparenza e massima efficacia all’intera operazione. Il medico di riferimento
per la raccolta fondi è il dottor Simone Del Curto, anestesista rianimatore in
pensione, rientrato in corsia per aiutare a fronteggiare l’emergenza coronavirus.
“Siamo
riusciti a coprire il costo di una macchina all’ozono per la sanificazione
degli ambienti”, osserva don Augusto. La spesa è di poco inferiore ai 10.000
euro.
“Considerata
la disponibilità economica - aggiunge - abbiamo chiesto che i medici ci indichino
altre necessità urgenti dell’ospedale”.
Ma da cosa è nato questo progetto? “A Sondalo - risponde don Augusto - i pazienti ricoverati sono i parrocchiani delle nostre comunità e i reparti accolgono anche alcuni confratelli sacerdoti. Sappiamo che le difficoltà sono molteplici e ci è sembrato giusto impegnarci per sostenere l’ospedale. Avvertiamo la preoccupazione della gente e, come preti, ci sentiamo coinvolti dagli affanni delle persone”.
Ma da cosa è nato questo progetto? “A Sondalo - risponde don Augusto - i pazienti ricoverati sono i parrocchiani delle nostre comunità e i reparti accolgono anche alcuni confratelli sacerdoti. Sappiamo che le difficoltà sono molteplici e ci è sembrato giusto impegnarci per sostenere l’ospedale. Avvertiamo la preoccupazione della gente e, come preti, ci sentiamo coinvolti dagli affanni delle persone”.
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