Nella Guerra, morta all'età di 82 anni. |
(C.Bott.) Si è spenta la notte del 22 marzo
dopo alcune settimane di ricovero presso il “Mangioni hospital” di Lecco. Nella Guerra, il
cui nome e le cui vicende si intrecciano alla storia, per molti versi
romantica, dell’isola Viscontea, ha lasciato un vuoto e un dolore grandi, non
soltanto tra i suoi più stretti familiari - a iniziare dai figli Fausto e
Cinzia - ma più in generale in tutti coloro i quali avevano avuto la fortuna di
conoscerla e di apprezzarne il dinamismo, la vitalità e l’altruismo.
Nata
a Milano nel 1938, lo scorso gennaio Nella Guerra aveva compiuto 82 anni. Suo
padre Osvaldo, originario di Ferrara, fa dapprima impiegato presso la “Borletti”
di Milano e in seguito aprì a Lecco, in via dell’Isola, un’officina di
minuteria metallica. Proprio sull’isola Viscontea abitavano infatti i suoi zii,
arrivati sul Lario da Torino.
Durante
la guerra la famiglia di Nella Guerra fu costretta a sfollare ad Arosio e nel ’48
si trasferì a sua volta a Lecco presso quegli stessi zii. Vi rimasero per dieci
anni, dopodiché i genitori di Nella acquistarono un terreno a Valmadrera, dove
costruirono l’officina e l’abitazione.
Nel
frattempo lei si era diplomata ragioniera e aveva iniziato a lavorare con suo padre
fino al matrimonio, avvenuto nel ’67. Da quel momento Nella affiancò il marito
Angelo Manzoni nella gestione (durata 12 anni) di un negozio di alimentari
in via Roma a Valmadrera.
Nella Guerra con la figlia Cinzia. |
Angelo
è scomparso il 20 gennaio 2015 per un mesotelioma pleurico e a lui la figlia
Cinzia ha dedicato la sua battaglia contro l’amianto, che continua senza soste
da allora, dando vita al Gruppo aiuto mesotelioma, di cui è presidente.
“Mia
mamma non ha mai smesso di aiutare gli altri - ricorda proprio Cinzia - Quando ha compiuto 50 anni è diventata OSS
(operatore socio-sanitario, ndr), ha frequentato
il Centro di formazione professionale “Aldo Moro” e ha dedicato tempo ed
energie alla casa di riposo “Opera pia Magistris”. Amava essere informata su
qualsiasi evento legato all’attualità e le piaceva anche disquisire di
politica. Ora che ci ha lasciati il vuoto è grande, così come il dolore. E so
che questo nostro stato d’animo è comune a tutti quelli che in questi giorni di
emergenza hanno perso le persone a loro più care, senza il conforto di un ultimo
abbraccio…”.
“L’isola
Viscontea trabocca dei ricordi di Nella - ebbe a scrivere a suo tempo Tiziana
Nava - ma soltanto fino al 1958, quando la famiglia si trasferì a Valmadrera.
Chissà se oggi passa ancora da quelle parti, Nella, a buttare uno sguardo alla
sua isola per poi voltarsi un attimo dopo, perché a lei piace ricordarla
com’era allora: piena di voci, di alberi secolari, di animali che erano anche
amici, dei sorrisi di papà Osvaldo e di mamma Pierina e delle risate di suo
fratello, in groppa a una pecora che guardava la Tv…”.
E
ancora: “Nella è una donna che parla della sua isola come se ci fosse ancora,
lì sopra, a giocare con gli animali da cortile e a fare avanti e indietro dalla
riva con la barca di famiglia, accompagnata nelle acque dell’Adda da un filo di
leonardesca memoria che congiungeva l’Isola alla terraferma... A quel tempo l’isola
era un po’ di tutti: degli amici medici di papà Osvaldo, che dal vicino
ospedale amavano trascorrere la pausa pranzo all’ombra del bersò tra un libro,
quattro chiacchiere e una partita a scacchi, ma anche di sconosciuti pescatori
di città, ospitati in groppa al suo dorso verde con le loro lunghe lenze,
perché in quel tratto il fiume era pescosissimo”.
Ricordi
che il tempo non cancellerà, così come la memoria di Nella Guerra. Perché la
sua vita e le vicissitudini della sua esistenza sapranno sempre raccontare
anche la storia di Lecco e del suo piccolo mondo.
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