Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello. |
Così Mandello celebra oggi il settantacinquesimo anniversario della Liberazione. Un 25 Aprile in solitudine e tuttavia, forse, un’opportunità in più per riflettere sul significato di questa data, scritta nella storia con la lotta, il sacrificio e il sangue.
Ecco
allora, di seguito, il messaggio del sindaco:
“Libertà. Un
concetto a volte abusato, a volte dimenticato ma che ora percepiamo in tutta la
sua grandezza, obbligati a fare a meno di parte di essa.
Oggi proviamo un
senso di costrizione e di ingiustizia per essere rinchiusi in casa, limitati
nella nostra libertà di muoverci, di divertirci, di fare ciò che vogliamo.
Gli anni che
precedettero il 1945 videro i nostri nonni, gli stessi che oggi sono messi a
dura prova da questo nemico invisibile, limitati nella libertà di affermare i
propri diritti, le proprie opinioni, di vivere e di amare, di credere nel
proprio Dio.
In questa nostra
pausa obbligata dagli impegni frenetici della vita ordinaria, non possiamo che
capire ancora di più quale sia stato il vero sacrificio di quelle generazioni e
del grandissimo dono che ci hanno fatto.
Le limitazioni
di oggi sono nulla in confronto, ma sono altrettanto necessarie per recuperare
le nostre libertà. Abbiamo un grande compito: rispettare le regole ci consente
di salvare vite umane nella nostra famiglia, nella nostra comunità.
Per poter
riprendere la strada del progresso che conduce al bene comune, nel quale ogni
persona è valorizzata e tutelata in quanto parte di una universalità che tutti
concorrono a migliorare, è fondamentale riconoscere lo stretto legame esistente
tra noi e coloro che siamo stati abituati a considerare come estranei alla
nostra vita.
Una comunità
unita, rispettosa e propositiva può raggiungere un benessere maggiore rispetto
al movimento sparso e individualista dei suoi singoli componenti.
Ognuno di noi ha
e avrà il suo ruolo e la sua responsabilità in questa rinascita. Sarà
difficile. Saremo tutti più di prima, o forse soltanto con maggiore
consapevolezza, responsabili della salute di tutta la comunità.
In questa
moderna battaglia per la libertà, il ringraziamento più grande va ai nostri eroi,
medici e infermieri dei nostri ospedali, trovatisi dall’oggi al domani a
gestire qualcosa di enormemente drammatico. La cicatrice psicologica che questa
vicenda lascerà loro è molto simile a quella di chi visse in prima linea le
guerre mondiali.
Non da meno
l’impegno e la fatica dei nostri medici di base, dei soccorritori, di tutte le
forze dell’ordine impegnate in questi tristi mesi e di tutte le associazioni
che hanno dato il loro aiuto alla popolazione.
Nel cuore di
tutti noi l’impegno e la dedizione dei volontari della nostra Protezione civile
e del Soccorso degli alpini: silenziosi e sempre presenti angeli custodi della
nostra comunità.
Restare uniti,
sorreggerci e aiutarci è l’unico modo per ricordare, l’unico modo per
riprenderci la libertà del nostro tempo, l’unico modo per ripartire.
La
commemorazione del 25 aprile non è un inno al passato ma un richiamo all’unità,
alla fratellanza, alla solidarietà, al rispetto reciproco. E’ un richiamo al
vero senso di libertà”.
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