Don Giuliano Zanotta, dal 2018 alla guida della comunità pastorale di Mandello. |
“E’ Pasqua, ma
cosa significa oggi per noi? Proviamo a chiedercelo proprio in questo tempo
particolare che stiamo vivendo, ciascuno con le sue preoccupazioni, le sue
speranze, magari le sue angosce e paure per sé, i propri cari, il mondo intero.
Cosa significa “Pasqua” per noi? E quanto ci importa davvero che il Cristo sia risorto?
E come questo può cambiare la nostra vita e darci la forza di affrontare e
superare la paura e la morte?
Diciamo
innanzitutto che la Pasqua è il compleanno del mondo! “Questo è il giorno di
Cristo Signore, alleluia, alleluia”, ci ricorda il salmo responsoriale della
messa di Pasqua. Sì, questo è il “giorno” per eccellenza: il giorno che ha
fatto il Signore. Gli altri giorni li abbiamo fatti noi, sono opera nostra: i
giorni del tradimento, dell’abbandono, della fuga, della vigliaccheria, del
peccato, del menefreghismo li abbiamo fatti noi. Fanno parte del nostro
calendario vecchio.
Pasqua, invece,
è il giorno creato dal Signore per noi! E’ il mattino del mondo: il giorno che
inaugura il mondo nuovo. E’ il primo giorno della nuova creazione. Noi abbiamo
inventato le tenebre, Lui ci offre la luce. Noi abbiamo accumulato molti
errori, Lui ci inonda di un’acqua purificatrice che ci lava e disseta di senso
la nostra vita.
Noi abbiamo
creato la morte nel peccato e nell’indifferenza, Lui ci dona la vita e ci
regala con ostinazione il perdono e l’amore. Pasqua, poi, è il giorno del passaggio
dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. Cristo è il nostro “passaggio”. In Lui, e
solamente in Lui, noi possiamo passare da uno stato di separazione a un
rapporto di comunione. Da una situazione di morte a una di vita.
Don Giuliano Zanotta. Accanto a lui, don Andrea Mombelli. |
La pietra
tombale, quella che ci murava nel nostro mondo vecchio, fatiscente,
inabitabile. Un mondo decrepito e soffocante in cui siamo rimasti imprigionati
troppo a lungo, ora è divelta. Cristo ha scaraventato lontano quel masso e noi
siamo invitati ad uscire con Lui fuori da questa prigione!
Lui ci ha fatti
passare nel mondo nuovo della libertà, quella vera. Il Signore ci invita a
“sgomberare” dal paese della schiavitù per introdurci nella Terra promessa
della vita di Dio. Lui ci ha strappato dalla nostra miseria e meschinità per
invitarci a un’esistenza di “gratuità”, a una vita di grazia.
Non lasciamoci
prendere dalla tentazione di tornare indietro a raccogliere le nostre povere
quattro carabattole: dobbiamo tagliare i ponti con una mentalità vecchia, con
le divisioni, con una fede fatta di “abitudini” o, peggio ancora, di
“osservanza di precetti” senza l’adesione del cuore; di cose fatte perché
“bisogna farle”, per tradizione o perché così fan tutti...
Vivere la
Pasqua, o fare Pasqua, per noi non è tanto partecipare a un momento
“sacramentale”, peraltro impossibile oggi. Significa piuttosto vivere alla luce
del Cristo risorto, essere persone nuove lì dove siamo e vivere la fede
nell’amore e nella libertà.
Significa
sgomberare le vecchie abitudini per essere “nuova creatura”! “Ora vi precede in
Galilea”, ci ricorda l’Angelo: devi metterti immediatamente in cammino perché
Cristo risorto ti precede. E’ là, altrove... Dio è più avanti, è sempre più
avanti di noi, Dio ci aspetta “oltre”. Non si allontana da noi, semplicemente
vuole che camminiamo dietro a Lui come veri discepoli.
Con un Dio che
ti precede, che è sempre “più avanti di te e del tempo che vivi”, non c’è
proprio da stare tranquilli: stiamo attenti a non mancare l’appuntamento con
Lui che è il risorto, il vincitore! E’ facile distrarsi, preoccuparsi (anche
giustamente) oggi di altro, attardarsi in mille cose che crediamo “più
importanti” e non accorgerci che ciò che conta veramente è Lui: la sua croce è
salvezza e risurrezione.
Se il Signore è
“più avanti” significa anche che dobbiamo essere testimoni nel presente per
l’avvenire, per la vita che sarà, per quella che sarà definitiva! Credere nella
risurrezione si traduce nel guardare al domani con coraggio, nel provare a
cambiare mentalità (anche nelle faccende religiose), nel non voltarsi indietro
ma cercare nuove forme per vivere la fede.
Si tratta di
credere senza indugio, di giocarsi la vita con forza nel posto e nel tempo in
cui Dio ci ha posti a vivere... se non vogliamo sentirci rimproverare dal Signore,
come i discepoli di Emmaus: “Sciocchi, tardi e lenti a capire…”.
Buona Pasqua,
con affetto a tutti voi!”.
Come sempre, le parole di Don Giuliano sono importanti e sono contenta che sono le prime che leggo oggi, Santa Pasqua e che oggi rileggerò più volte. Ringrazio Antonio Zucchi che mi ha trasmesso il messaggio. Ai nostri Sacerdoti tutti mandiamo il nostro ringraziamento e l'augurio di una buona S. Pasqua da Elena e Franco Vergottini
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