Il sindaco
Brivio:
“Cantore di quella
Patagonia tanto cara all’alpinismo
lecchese, era un uomo ispirato da un ideale di letteratura intesa quale missione in difesa
dei deboli e dei dimenticati”
Ottobre 2015. Il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, consegna allo scrittore cileno la cittadinanza onoraria. |
Era
il mese di ottobre del 2015 quando, nell’ambito della consegna del Premio
internazionale “Alessandro Manzoni” alla carriera organizzato da “50&più” di
Confcommercio, il consiglio comunale di Lecco si riuniva in seduta
straordinaria presso il Teatro della Società e conferiva allo scrittore cileno Luis Sepúlveda,
scomparso oggi in un ospedale di Oviedo dove era ricoverato da due mesi dopo aver contratto
il coronavirus, la cittadinanza onoraria di Lecco.
“L’amministrazione
comunale di Lecco - dice
il sindaco, Virginio Brivio - esprime profondo cordoglio
per la scomparsa di Sepúlveda, amato cittadino onorario della nostra città,
cantore di quella Patagonia tanto cara all’alpinismo lecchese, ma soprattutto
uomo ispirato da un ideale di letteratura, intesa quale missione in difesa dei
deboli e dei dimenticati, caratteristiche che lo hanno reso l’autore
eccezionale del quale oggi piangiamo la scomparsa”.“Al cordoglio della pubblica amministrazione - afferma dal canto suo il presidente del consiglio comunale, Giorgio Gualzetti - si unisce quello del consiglio comunale, che appunto non più tardi di cinque anni fa conferì allo scrittore la cittadinanza onoraria di Lecco”.
Con il suo esordio - Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, dedicato a Chico Mendes - Sepúlveda, che aveva 70 anni, regalò ai lettori un primo pezzo della sua intensa vita: sette mesi trascorsi nella foresta amazzonica con gli indios Shuar.
Nel
‘77, espulso dal Cile dopo due anni e mezzo di carcere, si era unito a una
missione dell’Unesco per studiare l’impatto della civiltà sulle popolazioni
native.
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