(C.Bott.) Sono partiti questa mattina in dieci,
destinazione l’ospedale da campo allestito dall’Ana a Bergamo per fronteggiare
l’emergenza coronavirus. E rimarranno nella città orobica per una settimana per
la prima di quattro tappe che li vedrà mobilitati anche tra il 26 aprile e il 3
maggio e in altri due successivi turni, fino al prossimo luglio.
Loro
sono le penne nere della Protezione civile dell’Ana di Lecco, già in queste ore
all’opera per eseguire vari lavori di montaggio e manutenzione, svolgere
mansioni di carico e scarico delle merci, dedicarsi alla pulizia dei bagni e
alla disinfestazione, in attesa di dedicarsi - a partire da domani - alla
logistica.
Con
loro, accampati a un paio di chilometri dall’ospedale, vi sono dieci alpini
dell’Ana di Brescia e altrettanti della sezione di Varese. E tra loro vi è
Oscar Ongania, mandellese. “Da questa notte - ci dice da Bergamo - a gruppi di
quattro per squadra inizieremo i lavori veri e propri di allestimento
dell’ospedale da campo e in particolare della guardiola all’esterno della
struttura. Misuriamo la febbre a tutti e sistemiamo i magazzini allestiti
dall’Ana. Insomma, facciamo un po’ di tutto pur di renderci utili”.
“I
turni in ospedale saranno di otto ore per squadra - aggiunge - così da coprire
con i volontari delle tre sezioni tutte le 24 ore della giornata”.
Ad
oggi i pazienti affetti da Covid-19 e ricoverati presso quella struttura sono
36 e uno è stato dimesso in mattinata.
“E’
la Pasqua più utile e per questo più bella della mia vita - dice ancora Oscar -
No, non possiamo avere tutti paura, altrimenti saremmo rimasti tutti chiusi
dentro le nostre case. E gli alpini vogliono essere sempre in prima linea”.
Infine
un’annotazione: “Oggi alla mensa dell’Ana sono venuti a mangiare con noi medici
e infermieri e il personale sanitario di Emergency. Un grande onore per me e
per tutti noi alpini…”.
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