L’ex presidente
Mauro Lafranconi: “Era sempre disponibile nel darmi consigli e un aiuto per
questa società che lui stesso, con altri pionieri, aveva voluto negli anni
Sessanta”
Da sinistra Antonio Gaddi, Luigi Gilardoni, Nino Lozza e Mauro Lafranconi, in anni diversi presidenti dello Sci club, alla festa per i cinquant'anni del sodalizio mandellese. |
(C.Bott.) E’ una storia che parte da lontano,
quella dello Sci club Mandello. Tutto ebbe inizio nel dopoguerra, quando nacque
una sezione sportiva della Moto Guzzi dedicata proprio allo sci. Nel 1960
quella stessa sezione divenne parte integrante del Cai Grigne, per diventare
ufficialmente Sci club nel 1975. Presidente del sodalizio fu per oltre un
ventennio Nino Lozza, scomparso nella notte tra giovedì e venerdì all’età di 94
anni.
“E’
per me difficile - dice Mauro Lafranconi, fino allo scorso anno presidente
dello Sci club Mandello - ricordare con le giuste parole una figura come quella
di Nino Lozza. Lui è stato per me dapprima il presidente dal quale trarre
insegnamento poi, a partire da quando mi sono state affidate le redini
dell’associazione, un prezioso punto di riferimento”.
“Era
sempre disponibile - aggiunge - nel darmi consigli e un aiuto per questa
società che lui stesso, con altri pionieri, aveva voluto negli anni Sessanta.
Intere generazioni di mandellesi hanno sviluppato e coltivato la passione
dell’“andare in montagna”, con gli sci o con gli scarponcini, proprio grazie a
Nino. Ricordo con emozione e con soddisfazione la serata del cinquantesimo
anniversario organizzata nella sala “don Renzo Beretta” dell’Oratorio San
Lorenzo, con il piacere di tutti i presenti, in particolare proprio di Lozza,
di rivedersi per festeggiare per traguardo così importante”.
Mauro Lafranconi con Nino Lozza. |
Mauro
Lafranconi aggiunge: “Ricordo anche quando, con giustificato orgoglio, mi
raccontava del distintivo d’argento attribuitogli dalla Fisi per i 25 anni di
attività sportiva e ricevuto dall’allora presidente nazionale della
Federazione, Arrigo Gattai. Un giorno mi raccontò anche un aneddoto. Erano gli
albori del sodalizio e lui, con un impegno economico per quei tempi decisamente
importante, decise di acquistare uno skilift portatile per poter far disputare
i Giochi della gioventù ai ragazzi delle scuole mandellesi. Quello skilift venne
montato in Valbiga, perché i Piani Resinelli erano… troppo lontani!”.
Sono
poi numerose le iniziative, sportive e non soltanto, che hanno avuto Nino Lozza
protagonista. “L’impegno che lui metteva a livello organizzativo - conclude
Lafranconi - unito alla passione, all’entusiasmo e al tempo speso per
dedicarvisi non conoscevano limiti. In questo difficile periodo che stiamo
vivendo non possiamo purtroppo dare a Nino, così come ad altri autentici
personaggi della vita sociale mandellese che ci hanno lasciato, un degno ultimo
saluto. Ma non li dimenticheremo. Ed è certo che uomini come Nino Lozza
mancheranno a me e a molti miei concittadini”.
Una foto d'archivio con la premiazione della gara sociale dello Sci club Mandello del 1967. Lozza è il terzo da sinistra. |
A
farsi interprete del cordoglio dello Sci club è anche Giulio Pandiani, attuale
presidente del sodalizio. “Siamo vicini alla moglie e ai figli del caro Nino -
dice - e nessuno di noi dimenticherà il suo operato. Penso in particolare, in
questo momento, ai corsi di avviamento allo sci rivolti alle ragazze e ai ragazzi
e da allora sempre organizzati dal nostro sodalizio in concomitanza con ogni
stagione invernale. Quest’anno abbiamo avuto 44 iscritti e so che Nino aveva
nei riguardi di questa iniziativa un forte legame affettivo”.
Nel servizio fotografico di Claudio Bottagisi, una serie di immagini della festa organizzata all'Oratorio San Lorenzo per i cinquant'anni dello Sci club Mandello.
Nino Lozza premiato da Davide Trincavelli, figlio del "Moss". |
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