Nei giorni dell’emergenza
il presidente nazionale degli alpini scrive: “Abbiamo stretto da tempo rapporti
di amicizia e solidarietà con la gente russa, rapporti generati dalle
sofferenze patite da entrambi i popoli nella seconda guerra mondiale”
“Tra
pochi giorni medici, infermieri e tecnici della Federazione russa inizieranno a
operare a fianco del personale dell’Ospedale “Giovanni XXIII” nell’ospedale da
campo realizzato in tempi record dall’Associazione nazionale alpini nelle
strutture della Fiera di Bergamo. Arrivati in Italia il 22 marzo, anche dopo un
contatto tra il nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il presidente
della Federazione russa Vladimir Putin, i militari russi - con esperienza in situazioni
di emergenza sanitaria - si sono subito messi al lavoro in squadre composte con
il personale militare italiano del VII Reggimento NBC, avviando l’attività di
sanificazione in 65 residenze per anziani bergamasche”.
Gli
alpini della sezione Ana di Lecco e dei gruppi in attività su tutto il
territorio fanno loro e diffondono il messaggio del presidente nazionale, Sebastiano
Favero, che sulla pagina Facebook dell’associazione scrive: “Si tratta di un
contingente ben strutturato di 104 unità (32 tra medici e infermieri, oltre a 51
bonificatori, personale di assistenza e interpreti) che opera in realtà
indicate dalla Protezione civile in coordinamento con la Regione e le autorità
sanitarie lombarde.
Grazie
a un ponte aereo con quattordici grandi velivoli da trasporto atterrati a
Pratica di Mare, dalla Russia sono giunti anche 150 ventilatori polmonari (in
parte già donati all’ospedale “Giovanni XXIII” e a quello allestito presso la
Fiera di Milano), 330.000 mascherine, 1.000 tute protettive, due macchine per
le analisi rapide di tamponi, 10.000 tamponi veloci, 100.000 tamponi normali,
un laboratorio campale di analisi, tre complessi per la sanificazione di mezzi
e ambienti e tre stazioni di sanitizzazione per ampie superfici.
L’Associazione
nazionale alpini esprime profonda gratitudine agli amici russi, che sono stati
tra i primi ad accorrere in soccorso ai nostri territori, così duramente
colpiti dal propagarsi dell’infezione da coronavirus.
Il presidente dell'Ana di Lecco, Marco Magni (a sinistra), con il presidente nazionale Sebastiano Favero. |
Le
penne nere hanno stabilito da tempo rapporti di amicizia e solidarietà con la
gente russa, rapporti generati dalle sofferenze patite da entrambi i popoli in
quella immane tragedia che fu la seconda guerra mondiale. Vent’anni fa l’Ana ha
costruito con i suoi volontari un bellissimo asilo per i bambini della città di
Rossosch, dove nel 1942 aveva sede il Comando del Corpo d’armata alpino: questa
struttura è stata oggetto nel 2018 di un esteso intervento di manutenzione e
miglioramento ad opera sempre degli alpini, che contemporaneamente hanno installato
e regalato alla popolazione di Livenka (nei cui sobborghi si trova il villaggio
di Nikolajewka) un ponte, prefabbricato in Italia, sul fiume Valuij, chiamato “ponte
dell’amicizia”.
Nell’occasione è stato anche siglato un “patto di fratellanza” di alto valore simbolico tra la popolazione della provincia di Birjuc, nel cui territorio si trova Livenka, e la città di Brescia, che ogni anno, in occasione della commemorazione della battaglia di Nikolajewka, ospita una delegazione russa, unita agli alpini nel nome della pace.
Nell’occasione è stato anche siglato un “patto di fratellanza” di alto valore simbolico tra la popolazione della provincia di Birjuc, nel cui territorio si trova Livenka, e la città di Brescia, che ogni anno, in occasione della commemorazione della battaglia di Nikolajewka, ospita una delegazione russa, unita agli alpini nel nome della pace.
Grazie ancora, dunque,
agli amici russi, impegnati con noi in un’opera che risponde a uno dei princìpi
più saldi dell’Associazione nazionale alpini: onorare i morti aiutando i vivi”.
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