Accanto a lui
stamattina nel santuario di San Fermo della Battaglia don Ferruccio Ortelli, già parroco a Somana di Mandello. Monsignor Oscar
Cantoni: “La nostra vita di servizio e di amore donato in questo tempo tornerà
a pulsare”
Don Ferruccio Ortelli accanto al vescovo Oscar questa mattina all'altare del santuario di San Fermo della Battaglia. |
Con questo intento il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, aveva scelto il santuario di San Fermo della Battaglia dedicato ai santi Fermo a Lorenzo per celebrare oggi la messa della terza domenica di Pasqua.
Accanto
a lui, durante la celebrazione, don Ferruccio Ortelli, già parroco a Somana di
Mandello e ora alla guida della parrocchia di San Fermo, e il
cappellano dell’ospedale Sant’Anna, il camilliano padre Alessandro Viganò.
Introducendo
la sua omelìa il vescovo ha avuto parole di stima, gratitudine, sostegno e
apprezzamento per i medici e gli
infermieri e in generale per tutti coloro i quali lavorano negli ospedali. “Mi
riferisco - ha detto - a coloro ai quali sono affidate la pulizia e la
sanificazione degli ambienti e degli strumenti, a chi si occupa della cucina e
della manutenzione delle apparecchiature tecniche dell’ospedale, a chi è
impegnato nei trasporti e nelle varie commissioni, ai tecnici di laboratorio e
di radiologia, agli operatori socio sanitari e al personale ausiliario
socio-assistenziale, oltre che al personale amministrativo, agli assistenti
sociali, agli psicologi, ai fisioterapisti e ai logopedisti, agli uomini della
sicurezza. Anche in un ospedale, come nelle altre realtà sociali, è importante
e prezioso il ruolo di tutti, nessuno escluso”.
Il vescovo Oscar durante la sua omelìa. |
Rifacendosi
al testo del Vangelo della domenica, monsignor Cantoni ha affermato che “anche
i nostri occhi, incrostati di mondanità, fanno fatica a riconoscere la presenza
del Signore tra noi, soprattutto in questi giorni di incertezza e di
dolore”. “Tuttavia Gesù ci viene incontro - ha aggiunto - pronto ad ascoltare i
gemiti del cuore di ciascuno, desideroso di manifestare la potenza del suo
amore”.
“Anche
noi - ha aggiunto il prelato - in questo periodo di pandemia potremmo dire: “Speravamo
di essere invincibili, ci illudevamo di essere i padroni del mondo, pronti a
reagire davanti a ogni evenienza e invece ci riscopriamo tanto vulnerabili e
fragili.” I due discepoli del Vangelo sono poveri di speranza, che è una
vera malattia dello spirito. Beati noi, allora, se in questo tempo di
incertezza e smarrimento abbiamo trovato qualcuno disposto ad ascoltarci e se
siamo riusciti a confidarci con Lui”.
“La
nostra vita di servizio e di amore donato in questo tempo tornerà a pulsare -
ha concluso il vescovo - Rinnoviamo quindi la fede pasquale e lasciamoci
trasformare dall’annuncio gioioso del risorto. Gesù sa come rinnovare la nostra
vita e quella della nostra comunità, si impegna a rigenerare in noi la bellezza
e a far rinascere la speranza”.
A
conclusione della messa monsignor Cantoni ha ricordato l’approssimarsi della
cosiddetta “fase 2” dell’emergenza coronavirus e invitato tutti i fedeli della
diocesi a comunicare ai propri parroci eventuali proposte per la liturgia nelle
chiese e per lo svolgimento dei funerali, sempre tenendo presenti le
disposizioni generali che verranno assunte. “Le
vostre - ha specificato il vescovo - dovranno essere ovviamente proposte
realistiche”.
Monsignor Cantoni
ha altresì invitato a sostenere i più poveri e le famiglie maggiormente colpite
dalle conseguenze economiche della crisi, anticipando come sia allo studio
della diocesi un piano per meglio accompagnare proprio le famiglie
svantaggiate.
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