Nino Lozza in una foto che lo ritrae con l'alpinista Giorgio Redaelli. |
(C.Bott.) I ricordi si rincorrono, al pari delle
testimonianze e degli attestati di solidarietà. La scomparsa di Nino Lozza,
mandellese, morto all’età di 94 anni, lascia un vuoto grande in quanti l’hanno
conosciuto e ne hanno apprezzato l’operato, sia in campo professionale nel
mondo dell’associazionismo e della pubblica amministrazione, oltre che per la
sua preparazione e il suo bagaglio di conoscenze.
Giancarlo
Pomi, presidente del Cai Grigne, dunque al timone di quello stesso sodalizio
che Lozza guidò negli anni compresi tra il 1974 e il 1978 ma al quale fin dagli
anni precedenti aveva dedicato tempo ed energie, conserva un nitido ricordo
delle uscite della Secim, la scuola elementare di comportamento in montagna voluta
e organizzata proprio da Lozza.
“Ci
si trovava al giovedì di buon mattino e si partiva - dice - ed erano sempre
escursioni molto belle, così come forte era lo spirito di squadra che si veniva
a creare tra noi ragazzi. Si era alla fine degli anni Sessanta e nei primi anni
Settanta. Di quegli anni ricordo l’architetto Ezio Fasoli e qualche altro
accompagnatore. E poi lui, Nino, instancabile e sempre presente”.
“Il
mio ricordo di questi ultimi anni - aggiunge Pomi - si lega invece alle
stagioni del tesseramento. Lozza ha sempre voluto venire di persona in sede a
prendere il bollino annuale, il suo e quello di suo figlio Alberto. Ricordo poi
di averlo accompagnato anni fa a Gera Lario da don Luigi Bianchi, socio e
cappellano del Cai Grigne, il quale aveva voluto donare proprio al nostro
sodalizio e allo stesso Lozza numerosi suoi libri”.
“Ora
di Nino restano il ricordo e la testimonianza che ci ha lasciato - conclude il
presidente del Cai - e ai suoi familiari va la vicinanza mia personale, quella
del consiglio direttivo e di tutti i soci”.
Giorgio
Redaelli, classe 1935, origini mandellesi, tra i migliori alpinisti europei
degli anni Cinquanta e Sessanta, conosciuto come il “re” del Civetta, con Nino
Lozza ha “vissuto” la montagna in più occasioni e in svariate circostanze. A
testimoniarlo sono una serie di fotografie d’archivio che lo ritraggono proprio
con lui e in taluni casi con altri alpinisti o appassionati escursionisti.
A
esprimere il cordoglio della pubblica amministrazione è Serenella Alippi,
vicesindaco e assessore allo Sport. “Era un grande uomo - dice - e ha dato
tanto sia all’artigianato sia al mondo associazionistico. Ha fatto tanto per la
storia del nostro territorio e il dolore più grande è non potergli tributare
l’estremo saluto per le disposizioni dettate dall’emergenza in atto. Ma Nino
Lozza non sarà dimenticato”.
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