Don Filippo Macchi in una foto delle scorse settimane in Mozambico. |
(C.Bott.) Era partito per il Mozambico lo scorso fine gennaio per avviare una nuova
collaborazione missionaria nella diocesi di Nacala, retta dal vescovo Alberto
Vera Aréjula. Già nel 2013, un anno dopo aver lasciato la
parrocchia “Sacro Cuore” di Mandello dove era stato inviato nel 2006 dopo la
sua ordinazione, don Filippo Macchi - in seguito vicario a Maccio di
Villaguardia e successivamente a Grosio, in provincia di Sondrio - aveva
motivato la sua scelta e la sua disponibilità a partire. “Serenamente - aveva
spiegato il sacerdote - mi sono guardato intorno, mi sono guardato dentro e mi
sono detto che se non lo faccio ora non lo farò probabilmente mai più”.
Nessuno aveva però fatto i conti con il Covid-19.
Così, a distanza di soli due mesi dal suo arrivo in terra africana, don Filippo
si è visto costretto a rientrare in Italia. A comunicarlo è stato lo stesso
sacerdote. “Da domenica mi trovo a casa mia a Gemonio - scrive don Filippo, 39
anni - Purtroppo sono dovuto rientrare velocemente in Italia perché il mio
visto scadeva a fine mese e poi perché in Mozambico ci sono i primi segnali
dell’epidemia di coronavirus”.
“La diocesi di Como mi ha trovato un volo - aggiunge -
e adesso faccio qui la quarantena. E da casa invito tutti a pregare per la
gente del Mozambico, chiamata ad affrontare “a mani nude” una minaccia particolarmente
grave”.
Ad accompagnare don Filippo verso la sua nuova
destinazione africana erano stati il direttore del Centro missionario
diocesano, don Alberto Pini, e don Alessandro Zubiani, compagno di messa
dell’ex vicario del “Sacro Cuore” e parroco di Delebio.
La diocesi di Nacala dove don Filippo era stato
chiamato a svolgere il suo ministero è una realtà estesa per 26mila chilometri
quadrati nel Nord-ovest del Mozambico, con una popolazione di poco inferiore ai
3 milioni di abitanti, il 41% dei quali di religione cattolica.
Tra le riflessioni contenute nel sussidio per la
Quaresima 2020 predisposto dal Centro missionario diocesano alcune portano la
firma proprio di don Filippo. Significativa, in particolare, quella riportata per
la domenica di Pasqua in cui il sacerdote osserva: “Cristo vive e ti vuole
vivo. E’ risorto anche per te, c’è frutto anche per te. Chi ha ricevuto questa
notizia diventa missionario, lo dice e lo grida a tutti. Dal mattino di Pasqua
in poi ogni martire per fede e per amore non è solo, sa come va a finire, sa
che non è finita. E se sei pronto a servire per amore, sei seme che cade in
terra, che muore e produce molto frutto”.
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