Don Eugenio Romagnuolo, l'abate di Casamari morto all'età di 73 anni. |
(C.Bott.) Aveva superato prove e ostacoli
certamente anche difficili, nella sua vita. Ma ha perso la sfida contro il
nemico invisibile. Il coronavirus ha ucciso ieri pomeriggio don Eugenio Romagnuolo,
73 anni, abate dell’Abbazia di Casamari, uno tra i più
importanti monasteri italiani di architettura gotica cistercense, situato nel
territorio del comune di Veroli, in provincia di Frosinone.
Un lutto che tocca da vicino anche il mondo lecchese
della musica, che lui tanto amava, al pari delle belle attestazioni e
manifestazioni di amicizia. Già, la musica e l’amicizia, gli stessi
“ingredienti” che due anni fa aveva portato dentro quell’abbazia il Coro Aldeia
di Castello Brianza, protagonista nella primavera del 2018 di una mai
dimenticata trasferta in Ciociaria proprio nel segno della musica, oltre che
dell’arte e della spiritualità.
Così,
quando lo scorso fine marzo i cantori lecchesi e il loro maestro, la mandellese
Emanuela Milani, avevano saputo della malattia e del ricovero di don Eugenio
nel reparto terapia intensiva dell’ospedale “Spaziani” di Frosinone
in condizioni inizialmente definite gravi ma stabili, immediati erano stati
l’incoraggiamento e la vicinanza della formazione corale all’abate.
“Di don Eugenio - aveva detto Emanuela Milani - in
occasione del nostro incontro ho apprezzato la dolcezza che traspariva dal suo
volto e la sua discrezione. Persona di poche parole, ha comunque manifestato il
suo grande cuore battendo le mani
vigorosamente dopo ogni brano e dando i suoi consensi di grande amante
della bella musica e dell’arte, competenze che non a caso l’hanno portato a
ricoprire importanti cariche prima che fosse nominato abate a Casamari”.
Don Eugenio con Emanuela Milani nel 2018 all'Abbazia di Casamari. |
A
portare a don Eugenio, originario della terra di Puglia, i saluti e gli auguri
del Coro Aldeia era stato, in quei giorni, Loreto Camilli, priore dell’abbazia
di Casamari, che ai coristi e al suo direttore aveva detto: “Dobbiamo unirci e
pregare per lui. I vostri saluti gli faranno piacere e gli daranno grande gioia, la stessa che lui
provò in occasione dell’incontro e del concerto tenuto all’abbazia nel 2018”.
Adesso, nelle ore immediatamente successive alla morte
dell’abate, quello del Coro Aldeia è un dolore sincero. A farsene interprete è
il presidente, Rosario Regazzoni, con queste parole rivolte direttamente a lui:
“Riposi in
pace, padre Romagnuolo. Siamo onorati di averla conosciuta e di aver potuto
elevare i nostri canti nella splendida Abbazia di Casamari davanti a lei e ai
suoi padri. La sua santa e pia figura rimarrà nei nostri ricordi e nei nostri
cuori”.
Commosso
anche il pensiero di Emanuela Milani. “Don Eugenio - dice il maestro del coro -
era umile, silenzioso e con un cuore grande. Il suo modo di porsi era quello di
una persona con il dono dell’ascolto. Non a caso assistette al nostro concerto
in un religioso silenzio, con il sorriso sempre presente sul suo volto di
persona buona”.
“Soltanto al
termine - aggiunge - ci regalò pochi pensieri, ricchi di significato profondo.
Ci mancherai, don Eugenio, e mancherai soprattutto alla tua comunità, ora
distrutta dal dolore. Torneremo a trovarti in quel di Casamari per pregare per
te e con te in quella bellissima Abbazia, dove l’atmosfera è davvero particolare.
La rendevi speciale tu con i tuoi monaci e noi ti dedicheremo un concerto e un
brano… speciale”.
“Proprio in
questi giorni - conclude la musicista - il nostro corista Francesco
Genchi ha infatti terminato la sua composizione “O salutaris hostia”, celebre inno cantato per le Lodi mattutine
della festa del Corpus Domini, creando su quel testo bellissime armonie che
dedicheremo proprio a don Eugenio e ai padri dell’Abbazia, facendo risuonare le
nostre voci come preghiera”.
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