Luglio 1992, Claudio Chiappucci vince al Tour la tappa del Sestrière dopo una fuga di 200 chilometri. |
Nel
suo palmarès di campione del ciclismo figurano una Milano-Sanremo vinta nel
1991, due Giri del Piemonte, tre tappe al Tour de France (corsa che lo vide
vestire per alcune tappe anche la maglia gialla) e una al Giro d’Italia, dove
in un’edizione si aggiudicò la maglia ciclamino della classifica a punti.
Secondo al Mondiale di Agrigento del ’94, aveva occupato il secondo posto anche
nella classifica generale della Grande
boucle del ’90, primo italiano a salire sul podio dal 1972, quando Felice
Gimondi fu appunto a sua volta secondo alle spalle del “cannibale” Eddy Merckx.
Al Tour fu secondo anche nel ’92, mentre nell’edizione del ’91 aveva chiuso al
terzo posto della classifica generale.
Negli
occhi dei tifosi del “diablo”, com’era
soprannominato Claudio Chiappucci, vi è però in particolare una sua memorabile
impresa. Era il 18 luglio 1992 e Chiappucci, classe 1963, originario di Uboldo,
vinse la tappa che portava i corridori al Sestrière dopo una fuga di sei ore (e
soprattutto di ben 200 chilometri) e dopo aver staccato Indurain e Bugno, “firmando”
appunto una tra le più grandi imprese nella storia del ciclismo.
Una
volta lasciato il professionismo, “el
diablo” non ha di fatto mai appeso, come si è soliti dire, la bicicletta al
chiodo. Sui pedali ha continuato e continua tuttora ad andare, di gran lena e
con una costanza e una passione ammirevoli. Corre e si allena, si allena e
corre, Chiappucci. E si diverte.
Testimonial,
al pari di altri grandi campioni non soltanto del mondo del ciclismo, di Casa
don Guanella di Lecco e dei progetti portati avanti dalla comunità educativa di
don Agostino Frasson, ha raggiunto più di una volta in sella alla sua
bicicletta la terra lariana, partendo dalla sua casa di Tradate, in provincia
di Varese, proprio per contribuire a diffondere il messaggio di chi si batte
per coltivare la speranza in un luogo di formazione e orientamento, di
diffusione delle specifiche competenze e per creare professionalità a favore di
soggetti in condizioni di svantaggio.
Chiappucci a Casa don Guanella di Lecco con don Agostino Frasson. |
Gira
l’Italia e non solo, Chiappucci, per vari eventi, partecipa a gare amatoriali,
fa il commentatore televisivo (senza essere mai banale) e tutto ciò che ruota
intorno al mondo delle due ruote lo affascina e richiama la sua attenzione. E
la sua presenza.
Inevitabile,
quindi, lo stop forzato imposto anche a lui dalla quarantena e dal
distanziamento sociale conseguenza dell’emergenza coronavirus. Ma Chiappucci, e
chi lo conosce lo sa bene, non è tipo da piangersi addosso né da stare a
guardare quel che accadrà. No, è tutto grinta e determinazione, e del resto lui
qualcosa di simile all’isolamento l’ha provato già nel 2006 partecipando al
reality show di Rai 2 L’isola dei famosi,
dove tra l’altro arrivò in finale.
Rinunciare
alle sue quotidiane uscite in bicicletta ora è d’obbligo, ma di stare fermo
dentro casa aspettando giorni migliori non se ne parla. “Mi alleno tutti i
giorni - dice l’ex campione lombardo del pedale - e poi mi dedico a quei lavori
di casa che prima in parte trascuravo o comunque rimandavo. Continuo a portare
avanti i miei progetti e a seguire i miei programmi, quelli che scandiscono da
sempre la mia preparazione”.
Nessun
problema, dunque, innanzitutto proprio per gli allenamenti, pare di capire. “E’
esattamente così - conferma “el diablo”
- e credo di poter dire che in questo periodo mi alleno addirittura meglio di
prima. Ho perso persino 4 chili e mi sento davvero in forma. Certo, in
situazioni del genere occorre trovare il giusto equilibrio anche a livello
mentale e questo per me ha significato molto. Sì, sono anche più rilassato…”.
Claudio
ha due figli: Samantha, 25 anni, e Samuele, di due anni più giovane. Ma i lavori
di casa, si è detto, sono suoi. E il tempo e le attrezzature idonee per
allenarsi, a partire dai rulli interattivi capaci di trasmettere dati di
potenza, cadenza e velocità e di rendere assolutamente realistica la pedalata, non
gli mancano.
Da
qualche giorno Chiappucci sta partecipando alla prima edizione del Giro d’Italia
virtuale voluto dalla Gazzetta dello
Sport e da Rcs Sport che si tiene con cadenza bisettimanale e che si
protrarrà fino al prossimo 10 maggio. La “corsa rosa” in versione smart working, insomma. Un percorso
appunto sui rulli attraverso alcune vere tappe del Giro per unire grandi
campioni ed ex professionisti con migliaia di appassionati con un fine nobile,
ossia la solidarietà all’Italia che soffre.
“Divertirsi,
stare in allenamento e fare del bene - spiega Chiappucci - Insomma gli “ingredienti”
giusti per vivere nel migliore dei modi questa emergenza”.
Inevitabile
chiedere a un grande uomo di sport il suo giudizio sulla dichiarata volontà del
mondo del calcio di ripartire quanto prima, nonostante tutto, per concludere la
stagione. “Mi sembra un po’ esagerato” , è la sua risposta.
Poi
il pensiero torna a Lecco e alla cascina di Casa don Guanella a Valmadrera. “Spero
di tornarci presto. E in bicicletta”, dice. Don Agostino e i “suoi” ragazzi lo
aspettano.
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