Il ventunenne mandellese,
già campione del mondo di canottaggio, affronta queste settimane di emergenza
sanitaria allenandosi nella sua casa di Olcio
Andrea Panizza in allenamento nella sua casa a Olcio di Mandello. |
di Claudio Bottagisi
Doveva
essere l’anno delle Olimpiadi, doveva essere - quella del 2020 - l’estate dei
sogni per tutti gli atleti chiamati a prendere parte ai Giochi di Tokyo. Dovevano
essere, questi, i mesi primaverili in cui impostare strategie e mettere a punto
la preparazione in vista proprio del grande appuntamento programmato dal 24 luglio
al 9 agosto. Niente di tutto questo. E’ l’anno del Covid-19, dell’emergenza
sanitaria che ha fatto saltare o, nella migliore delle ipotesi, rinviare (è il
caso ad esempio appunto della kermesse olimpica) praticamente tutti gli eventi
in calendario a iniziare da quelli sportivi, senza esclusione di disciplina.
Doveva
essere l’anno di Andrea Panizza, ventunenne vogatore di Mandello Lario capace
di vincere nel 2018 a Plovdiv, in acque bulgare, il titolo mondiale di
canottaggio con il “quattro di coppia” e di conquistare, nello stesso anno, l’oro
ai campionati europei, con lo stesso armo e il medesimo equipaggio, di cui
facevano parte anche Filippo Mondelli, Luca Rambaldi e Giacomo Gentili.
Covid-19
a parte, già a inizio anno il destino aveva deciso che insieme, quei “magnifici
quattro”, in Giappone non ci sarebbero andati.
Era
gennaio, infatti, quando a fermare il venticinquenne comasco Mondelli fu una
patologia ossea che nelle settimane successive l’avrebbe costretto a sottoporsi
a un intervento chirurgico per l’asportazione di un osteosarcoma alla gamba
sinistra.
Addio
Tokyo, per lui, che in un’intervista spiegava: “I miei progetti sono cambiati.
Doveva essere l’anno dei Giochi, di una medaglia da provare a vincere insieme
ai miei compagni e invece è tempo di un’altra sfida. La vittoria sull’osteosarcoma
sarà la mia Olimpiade”.
L’operazione,
poi vari cicli di chemio e lui, Filippo, quella battaglia la sta in effetti
vincendo, ma a spezzare per quest’anno i giustificati sogni di gloria anche di
Rambaldi, Gentili e Panizza ha pensato il virus, quel nemico invisibile contro
cui tutti stanno tuttora combattendo.
Niente
Olimpiadi, niente gare, niente trasferte. E naturalmente nessun raduno.
Soltanto allenamenti dentro casa in queste settimane di lockdown e di distanziamento sociale. “Non ci voleva proprio”, dice
Andrea, che nella sua casa in frazione Olcio mamma Agnese e papà Fiorenzo si erano
abituati a vederlo sì e no una settimana al mese. E già di questi tempi Panizza
avrebbe dovuto allenarsi a Sabaudia per poi raggiungere Piediluco e da lì, indicativamente
a metà luglio, partire alla volta del Giappone.
A
Sabaudia Andrea, tesserato sia per il Gruppo sportivo Fiamme gialle sia per la gloriosa
Canottieri Moto Guzzi, si trovava anche prima della pandemia. E prima
dell’emergenza. “Sono rientrato a Mandello a metà marzo - spiega l’atleta
mandellese, che lo scorso anno sempre ai Mondiali, sempre nel “quattro di
coppia” e sempre con Mondelli, Rambaldi e Gentili si era aggiudicato la
medaglia di bronzo - e da subito ho voluto iniziare ad allenarmi per non
perdere comunque la forma e la condizione. A casa ho il remoergometro e i rulli,
poi ci sono i pesi. Insomma, riesco a dedicare ogni giorno due o tre ore agli
allenamenti e in questa fase direi che va bene così, anche se prima
dell’emergenza le ore riservate alla preparazione erano anche il doppio”.
Ma
i risultati sono quelli auspicati? “All’inizio no - risponde senza mezzi
termini Panizza, che svolge attività agonistica dal 2009 - e capivo che stavo
pagando questa nuova situazione. I valori non erano buoni, non erano i miei.
Poi fortunatamente le cose sono cambiate e adesso va decisamente meglio”.
Resta
l’incognita del futuro, per lo meno di quello prossimo, perché a un atleta come
Andrea le gare mancano, eccome! “Io solitamente soffro i mesi invernali - dice
- quelli in cui l’attività agonistica è ferma. Così, quando si avvicina la fine
della stagione fredda, non vedo l’ora di ripartire e quest’anno c’è stato il
tempo per disputare soltanto una regata prima che la pandemia fermasse anche il
canottaggio”.
Fortuna
vuole che la Federazione abbia pensato a progetti motivazionali e di community
rivolti agli atleti, tra i quali il Tuesday & friday Covid meeting, che dà
modo anche a Panizza di cimentarsi in utili sessioni di allenamento, interfacciandosi
con i tecnici e con lo staff della Nazionale.
Una
serie di appuntamenti bisettimanali per remare da casa insieme, nel segno dello
slogan - che poi rispecchia fedelmente la filosofia operativa dell’iniziativa -
“Distanti ma uniti”.
Le
Olimpiadi, si è detto. In un primo tempo si era ipotizzato di rinviarle al
prossimo autunno. “Personalmente avrei preferito - dice Panizza - Stavo bene e
avrei comunque potuto proseguire la preparazione in vista di quell’importante
appuntamento, poi però, considerato soprattutto quanto accaduto al mio compagno
di barca Filippo, ho accolto favorevolmente la decisione di rinviare i Giochi
esattamente di un anno. Imposteremo nuovamente la preparazione per quella
scadenza e per luglio 2021 ci faremo trovare pronti, ne sono certo”.
A
proposito di rinvii. Andrea - che ha due sorelle (Elena e Alessandra) e un
fratello (Giacomo) - è esplicito anche sulla ventilata ipotesi che il calcio
possa ripartire fin dal prossimo mese di maggio. “Alla luce della situazione
che stiamo tuttora vivendo - ammette - non mi sembrerebbe una scelta
particolarmente sensata”.
Ma
lui il suo obiettivo l’ha bene in mente: farsi trovare pronto tra poco più di
un anno, quando il Covid-19 sarà stato sconfitto e si potrà celebrare quella grande
festa dello sport chiamata Olimpiade.
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