"E’ una piccola
cosa per la tua famiglia - mi ha detto - in segno di ringraziamento per averti
lasciato venire a stare con noi a portarci l’annuncio del Vangelo"
Padre Mario Marazzi in una recente foto che lo ritrae al computer. |
Convivere con il
coronavirus. Da Hong Kong ecco la preziosa testimonianza del missionario
mandellese padre Mario Marazzi sull’emergenza Covid-19 e sulla pandemia ormai
diffusa a livello mondiale:
“Eravamo un po’ preparati. Nel 2003 la Sars, un’epidemia
simile all’attuale, si abbattè su Hong Kong facendo numerose vittime.
Quando sono iniziati i primi casi di coronavirus,
qui la gente ha affrontato questa emergenza con serenità e con impegno. Tutti
portano la mascherina quando escono di casa e sono attenti alle norme igieniche
che vengono raccomandate.
I primi contagi sono avvenuti al ritorno dalla Cina
di persone che vi erano andate in occasione del Capodanno lunare.
La diffusione del virus è contenuta, ma ogni tanto
ci sono nuovi casi, in particolare per il rientro di persone che erano
all’estero.
Come in Italia, nelle chiese non si celebra l’Eucarestia
e non vi sono attività religiose. Questo non per imposizione del governo ma per
decisione spontanea della Chiesa. I catecumeni non potranno essere battezzati
per Pasqua, ma - si spera - per Pentecoste.
I cattolici ci esprimono la loro solidarietà per
quanto avviene in Italia e ci domandano se le nostre famiglie sono state
toccate dal virus. Non pochi ci offrono mascherine da mandare alle case del
Pime e ai nostri conoscenti. Dandomi due scatole di mascherine da inviare in
Italia una signora mi ha detto: “E’ una piccola cosa per la tua famiglia, in segno
di ringraziamento per averti lasciato venire a stare con noi a portarci
l’annuncio del Vangelo”.
Ora esco soltanto per le cose strettamente
necessarie. Non tutto il male vien per nuocere. In casa metto a posto un po’ di
cose trascurate nel passato, studio, leggo qualche libro, prego (in particolare
ricordo i colpiti dal virus e i defunti, così come i medici e il personale
paramedico in prima linea negli ospedali) e mi tengo in corrispondenza con
amici e conoscenti.
Mi sento vicino a tutti gli italiani per le
sofferenze che devono accettare, vicino specialmente a quelli delle zone più
colpite dall’emergenza virus.
Da amico, mi permetto raccomandarvi l’osservanza
delle norme igieniche che limitano la nostra libertà ma sono per il bene di
tutti. Portare la mascherina è importante per difendere noi e gli altri dal
virus.
Siamo in Quaresima. Per noi credenti è il tempo di
preparazione alla Pasqua, tempo di purificazione. Quest’anno accettare i disagi
connessi alla lotta al virus è un esercizio di penitenza salutare.
Auguri! Tutto finirà bene".
Padre Mario Marazzi
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