L'ospedale "Eugenio Morelli" di Sondalo. |
Nella
consueta conferenza stampa serale per fare il punto della situazione
sull’emergenza epidemiologica da COVID-19 l’assessore regionale Giulio Gallera
ha comunicato, come però da giorni era stato già percepito in provincia di
Sondrio, che l’ospedale “Eugenio Morelli” di Sondalo è divenuto il centro
strategico dei piani di Regione Lombardia per la cura dei contagiati lombardi
dal coronavirus, i cui primi arrivi si sono registrati già nella serata di
giovedì.
Quattro
piani posti nel padiglione 6 dell’ospedale sono già pronti e attrezzati per
continuare ad accogliere e assistere i casi conclamati più gravi, per i quali
vi è la richiesta stringente di attività rianimatoria e ventilazione
artificiale.
Il
problema cruciale rimane la carenza di personale medico. Quando saranno
reperiti medici e infermieri si sarà in grado di aprire a pieno regime l’ospedale
di Sondalo per i malati di coronavirus, che vista la struttura ampia e ben
collegata si presterebbe anche per raddoppiare i posti in terapia intensiva.
Dopo
anni durante i quali la struttura si è vista pian piano depotenziata e relegata
a ospedale di provincia con poche cliniche aperte e via via con la chiusura
programmata di alcuni degli otto padiglioni, ecco che oggi la realtà
ospedaliera torna in primo piano riproponendo nella realtà, seppur dolorosa,
quella visione e quelle potenzialità di riconversione che sono mancate in tutti
questi ultimi anni, o che volutamente faceva comodo non vedere.
Marco Masetti (Fratelli d'Italia). |
“Fratelli
d’Italia”, che in queste settimane ha costantemente monitorato la situazione in
provincia di Sondrio non solo sotto il profilo sanitario ma ben oltre, è stata
la prima a presentare misure concrete sanitarie ed economiche a sostegno di
questo delicatissimo momento storico. A testimonianza di quella prontezza e
marcia in più, mancate in svariate occasioni.
E
che dire, tornando al presidio ospedaliero di Sondalo? La sua storia parla da
sola. Nato e progettato, con lungimiranza e con una visione ampia e già
anticipatoria rispetto ai tempi, la sua realizzazione risale agli anni Trenta,
durante il governo di Benito Mussolini, come sanatorio e presidio altamente
specializzato per la cura delle patologie polmonari e di quelle connesse alla
tubercolosi.
Concepito
come forte risposta terapeutica dopo aver visto la sofferenza delle popolazioni
che abitavano le terre paludose del Centro Italia, che sviluppavano per le
condizioni compromesse di vita, patologie altamente gravi. Il presidio ha
continuato a operare nei decenni successivi esprimendo con il proprio lavoro e
i propri risultati scientifici ambiziosi progetti. E rendendo omaggio nella
forma più alta a una decisione che ha avuto una matrice politica e che poi
successivamente è diventata la speranza di tante persone guarite.
Ancora
oggi il presidio sanitario assolve a pieno titolo questa missione. Con orgoglio
riconosciamo la storia di questa esperienza sanitaria che ha saputo sempre
essere italiana, e non solo valtellinese, e auspichiamo che la sua voce e la
sua importanza non si spengano quando l’emergenza sarà ultimata, ma che questa
sua nuova vita e missione servano per compiere un’importante riflessione per il
suo futuro e per la sua valorizzazione a beneficio della comunità. La
Valtellina lo merita, oggi ancora di più.
Marco Masetti - Commissario di Fratelli d’Italia per
la provincia di Sondrio
Facciamolo tornare un presidio d'eccellenza! Anche dopo questa tempesta....
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