07 marzo 2020

E’ morto don Tarcisio Ferrari. Fu a lungo segretario del vescovo Clemente Gaddi

Era solito tornare a Somana di Mandello in occasione di ogni ricorrenza patronale di Sant’Abbondio
Monsignor Tarcisio Ferrari.
di Claudio Bottagisi
Nel novembre 2013, nel ventennale della scomparsa, Somana aveva ricordato monsignor Clemente Gaddi con una cerimonia religiosa. A presiederla era stato monsignor Tarcisio Ferrari, dal gennaio 1964 fino al 1977 segretario del vescovo originario proprio della frazione di Mandello. Accanto a lui, quel giorno, vi era l’allora parroco don Massimo Rossi, dal 2015 alla guida della parrocchia di Moltrasio.
All’omelìa don Tarcisio, scomparso ieri pomeriggio all’età di 84 anni all’ospedale di Piario dove era ricoverato da pochi giorni, si era soffermato sulla figura dell’indimenticato prelato, classe 1901, a capo della Chiesa di Bergamo dal ‘63 al ‘77.
“E’ nota a tutti, specie qui a Somana, quella che fu la sua spiccata personalità - ebbe a dire - così com’è risaputo che lui non era una persona come tante altre. Già, non era una persona normale, nel senso più positivo dell’aggettivo. Io me ne accorsi subito al primo incontro quando mi avvicinò e mi disse: “Vorrei che tu diventassi mio collaboratore. Pensaci”. Io ero molto dubbioso, anche perché stavo bene nell’oratorio in cui mi trovavo e non mi ritenevo adatto a ricoprire quell’incarico”.
E' il 1967. Il vescovo Gaddi consacra l'altare maggiore della chiesa arcipretale di Calolzio. Alle sue spalle un giovanissimo don Tarcisio.
“Qualche giorno dopo glielo comunicai - aggiunse il sacerdote - e lui mi tranquillizzò. “Non preoccuparti”, mi disse. E continuò: “Non sei tu a dover dire se sarai o meno all’altezza del compito che voglio affidarti”. Così accettai e da quel momento rimasi al suo fianco per 14 anni”.
Monsignor Ferrari ricordò anche che quando il vescovo Gaddi radunò i sacerdoti della diocesi avendo notato un certo smarrimento nella Chiesa, fu proprio lui a incoraggiare i “suoi” preti a non perdersi d’animo.
Don Tarcisio proseguì così la sua omelìa: “Un giorno stava parlando delle persone che posseggono un determinato carisma e, rifacendosi alla parabola dei talenti, mi chiese quale differenza ci fosse tra una persona ignorante e una intelligente. “La differenza è che la persona intelligente”, mi disse lui, “se vuole può anche fare l’ignorante, ma un ignorante non potrà mai essere intelligente”. Tutto questo per dirmi che ognuno deve conoscersi e accettarsi così com’è”.
Settembre 2019, don Tarcisio a Somana. A destra, don Giuliano Zanotta.
Monsignor Ferrari ricordò quindi che “il vescovo Clemente conservò sempre un ricordo vivissimo dei luoghi in cui si trovò a esercitare il suo ministero” e invitò a sua volta i fedeli di Somana a non staccarsi mai dal loro passato, sottolineando come il modo più bello per ricordare le persone care che ci hanno lasciato sia mettere in pratica i loro insegnamenti.
Originario di Castione della Presolana, don Tarcisio Ferrari era nato in frazione Dorga. Ordinato sacerdote nel giugno del ’62, fu dapprima coadiutore a Bonate Sopra e, dopo il ’77, prevosto a Bergamo in Sant’Alessandro della Croce. Ricoprì vari incarichi nella diocesi orobica, dove fu membro del consiglio presbiterale dal ’78 all’85 e della Commissione fondo di solidarietà per il clero dal 1981 al 1986.
Don Tarcisio aveva conosciuto Somana proprio seguendo il vescovo Gaddi e nella frazione mandellese che lui tanto amava tornava ogni estate - dopo la scomparsa del presule - in occasione della festa patronale di Sant’Abbondio.
Don Tarcisio a Somana nel settembre scorso per le nozze di Francesca Gaddi e Matteo Nania.
Uomo di acuta intelligenza e di profonda fede, anche nella sua Dorga - dopo il pensionamento - era un fondamentale punto di riferimento per la comunità.
“Era un sacerdote eccezionale - ha detto di lui in queste ore Giovanni Cappelluzzo, già presidente della Provincia di Bergamo e responsabile del Segretariato Unesco per le mura veneziane - un prete di un’umanità fuori dal comune, sempre disponibile. Ricordo che la porta della sua casa, nella canonica di Sant’Alessandro della Croce, in Pignolo, era sempre aperta”.
Anche lo scorso agosto don Tarcisio Ferrari aveva raggiunto Somana per “celebrare” il patrono Sant’Abbondio. Quel giorno ad affiancarlo all’altare vi erano don Andrea Paiocchi, origini bergamasche, ordinato sacerdote da monsignor Clemente Gaddi, e don Giuliano Zanotta, parroco della comunità pastorale di Mandello.
E nella frazione mandellese era tornato, purtroppo per l’ultima volta, meno di un mese dopo per celebrare il matrimonio di Francesca Gaddi (figlia di Felice, nipote del vescovo Clemente) con Matteo Nania. Poche settimane fa proprio Felice Gaddi aveva telefonato a don Tarcisio, con il quale i contatti erano piuttosto frequenti. Nulla lasciava presagire quanto sarebbe accaduto, dunque la malattia, il ricovero e il decesso.
Troina (Enna), aprile 1995: l'inaugurazione di una sala dedicata a monsignor Clemente Gaddi.
Don Tarcisio alla Presolana nel 2015 con Felice Gaddi.

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