Monsignor Tarcisio Ferrari. |
Nel
novembre 2013, nel ventennale della scomparsa, Somana aveva ricordato monsignor
Clemente Gaddi con una cerimonia religiosa. A presiederla era stato monsignor Tarcisio Ferrari, dal gennaio 1964 fino al
1977 segretario del vescovo originario proprio della frazione di Mandello.
Accanto a lui, quel giorno, vi era l’allora parroco don Massimo Rossi, dal 2015
alla guida della parrocchia di Moltrasio.
All’omelìa
don Tarcisio, scomparso ieri pomeriggio all’età di 84 anni all’ospedale di Piario dove era ricoverato da pochi giorni, si era soffermato sulla figura
dell’indimenticato prelato, classe 1901, a capo della Chiesa di Bergamo dal ‘63
al ‘77.
“E’
nota a tutti, specie qui a Somana, quella che fu la sua spiccata personalità -
ebbe a dire - così com’è risaputo che lui non era una persona come tante altre.
Già, non era una persona normale, nel senso più positivo dell’aggettivo. Io me
ne accorsi subito al primo incontro quando mi avvicinò e mi disse: “Vorrei che
tu diventassi mio collaboratore. Pensaci”. Io ero molto dubbioso, anche perché
stavo bene nell’oratorio in cui mi trovavo e non mi ritenevo adatto a ricoprire
quell’incarico”.
E' il 1967. Il vescovo Gaddi consacra l'altare maggiore della chiesa arcipretale di Calolzio. Alle sue spalle un giovanissimo don Tarcisio. |
“Qualche
giorno dopo glielo comunicai - aggiunse il sacerdote - e lui mi tranquillizzò.
“Non preoccuparti”, mi disse. E continuò: “Non sei tu a dover dire se sarai o
meno all’altezza del compito che voglio affidarti”. Così accettai e da quel
momento rimasi al suo fianco per 14 anni”.
Monsignor
Ferrari ricordò anche che quando il vescovo Gaddi radunò i sacerdoti della
diocesi avendo notato un certo smarrimento nella Chiesa, fu proprio lui a
incoraggiare i “suoi” preti a non perdersi d’animo.
Don
Tarcisio proseguì così la sua omelìa: “Un giorno stava parlando delle persone
che posseggono un determinato carisma e, rifacendosi alla parabola dei talenti,
mi chiese quale differenza ci fosse tra una persona ignorante e una
intelligente. “La differenza è che la persona intelligente”, mi disse lui, “se
vuole può anche fare l’ignorante, ma un ignorante non potrà mai essere
intelligente”. Tutto questo per dirmi che ognuno deve conoscersi e accettarsi
così com’è”.
Settembre 2019, don Tarcisio a Somana. A destra, don Giuliano Zanotta. |
Monsignor
Ferrari ricordò quindi che “il vescovo Clemente conservò sempre un ricordo
vivissimo dei luoghi in cui si trovò a esercitare il suo ministero” e invitò a
sua volta i fedeli di Somana a non staccarsi mai dal loro passato,
sottolineando come il modo più bello per ricordare le persone care che ci hanno
lasciato sia mettere in pratica i loro insegnamenti.
Originario
di Castione della Presolana, don Tarcisio Ferrari era nato in frazione Dorga. Ordinato
sacerdote nel giugno del ’62, fu dapprima coadiutore a Bonate Sopra e, dopo il
’77, prevosto a Bergamo in Sant’Alessandro della Croce. Ricoprì vari incarichi
nella diocesi orobica, dove fu membro del consiglio presbiterale dal ’78 all’85
e della Commissione fondo di solidarietà per il clero dal 1981 al 1986.
Don
Tarcisio aveva conosciuto Somana proprio seguendo il vescovo Gaddi e nella
frazione mandellese che lui tanto amava tornava ogni estate - dopo la scomparsa
del presule - in occasione della festa patronale di Sant’Abbondio.
Don Tarcisio a Somana nel settembre scorso per le nozze di Francesca Gaddi e Matteo Nania. |
Uomo
di acuta intelligenza e di profonda fede, anche
nella sua Dorga - dopo il pensionamento - era un fondamentale punto di
riferimento per la comunità.
“Era
un sacerdote eccezionale - ha detto di lui in queste ore Giovanni Cappelluzzo, già presidente
della Provincia di Bergamo e responsabile del Segretariato Unesco per le mura veneziane
- un prete di un’umanità fuori dal comune,
sempre disponibile. Ricordo che la porta della sua casa, nella canonica di
Sant’Alessandro della Croce, in Pignolo, era sempre aperta”.
Anche
lo scorso agosto don Tarcisio Ferrari aveva raggiunto Somana per “celebrare” il
patrono Sant’Abbondio. Quel giorno ad affiancarlo all’altare vi erano don
Andrea Paiocchi, origini bergamasche, ordinato sacerdote da monsignor Clemente
Gaddi, e don Giuliano Zanotta, parroco della comunità pastorale di Mandello.
E
nella frazione mandellese era tornato, purtroppo per l’ultima volta, meno di un
mese dopo per celebrare il matrimonio di Francesca Gaddi (figlia di Felice,
nipote del vescovo Clemente) con Matteo Nania. Poche settimane fa proprio
Felice Gaddi aveva telefonato a don Tarcisio, con il quale i contatti erano
piuttosto frequenti. Nulla lasciava presagire quanto sarebbe accaduto, dunque
la malattia, il ricovero e il decesso.
Troina (Enna), aprile 1995: l'inaugurazione di una sala dedicata a monsignor Clemente Gaddi. |
Don Tarcisio alla Presolana nel 2015 con Felice Gaddi. |
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