Il rettore don Paolo all'esterno del Santuario di Lezzeno. |
“La benedizione - spiegava il rettore - sarà impartita utilizzando il tondo originale con l’immagine della Madonna con il Bambino che pianse nel 1688, che per l’occasione verrà tolta dalla nicchia dove si trova abitualmente”.
“In quel momento - aggiungeva il sacerdote - stando ognuno a casa propria, facendo il segno della croce e recitando una preghiera alla Madonna si riceverà la benedizione”.
Il rettore spiegava poi che con quel questo desiderava “che ognuno sentisse la maternità e la vicinanza della nostra Madre celeste che il Signore ci ha donato: Donna, ecco il tuo figlio”. E aggiungeva: “Penso specialmente ai malati, agli anziani, ai medici, agli infermieri, ai volontari, agli amministratori, a chi lavora e a tutti coloro che vivono con preoccupazione questo tempo. Con la benedizione del Signore si ravvivino in noi la speranza e la fiducia in Dio, in noi stessi e nel prossimo. Un saluto affettuoso a tutti nell’attesa di rivederci (speriamo presto) per pregare, cantare insieme e celebrare l’Eucarestia”.
Il santuario di Lezzeno, sopra Bellano. |
Nel
1690 fu iniziata la costruzione del Santuario sul colle vicino al luogo in cui
era avvenuto il miracolo, sopra un precedente oratorio di San Giuseppe poi inglobato
nella nuova struttura.
Si
sta parlando del Santuario di Lezzeno sopra Bellano, costruito in stile barocco
classicheggiante, con navata a volte, presbiterio rettilineo e una bella cupola
affrescata. La facciata è a tre colori e ai lati dell’arco si trovano due
grandi nicchie con le statue di San Pietro e San Giuseppe.
L’interno,
che accoglie centinaia di ex voto, è costituito da tre pregiati altari: quello
maggiore - che risale al 1746 - e i due laterali, uno dedicato a San Giuseppe l’altro,
settecentesco, a Sant’Anna. La volta e le pareti del santuario sono ricoperte
di affreschi di Luigi Morgari e sulla cupola si possono ammirare gli angeli che
portano in cielo Maria, alla quale viene offerto lo stemma di Bellano.
Sul
luogo del miracolo, dove si trovava la cappellina di Bartolomeo Mezzera, nel
1888 venne costruito un nuovo piccolo oratorio con all’esterno una lapide che
ricorda l’evento con la scritta: “Qui, nelle lacrime di Maria, il cielo pensava
alla terra”.
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