A lanciare l’iniziativa è il Civico museo
setificio “Monti” di Abbadia Lariana, che ha diffuso un vero e proprio appello:
“Se conosci qualcuno, digli che i suoi ricordi per noi sono importanti e non
vogliamo che vadano perduti”.
L’idea, in effetti, è appunto quella di
documentare quegli anni magari anche molto lontani attraverso la raccolta delle
testimonianze di quei lavoratori (o dei loro familiari) che hanno operato come
detto nel comparto tessile. Quelle stesse testimonianze verranno
successivamente “esposte” presso il museo attraverso apposite installazioni.
Per le interviste (video o audio) basterà
prendere appuntamento con un addetto, così da facilitare anche le persone eventualmente
impossibilitate a muoversi.
Va ricordato che intorno al 1818 Pietro
Monti, setaiolo, dai territori a sud di Milano giunse ad Abbadia Lariana e trasformò
l’antico follo da pannilani, con annessa roggia con ruota idraulica, in un
filatoio per la seta.
Nel 1869 ampliò l’edificio e vi aggiunse un
fabbricato per l’allevamento e la filatura dei bozzoli. Inoltre venne demolito
il primo dei due torcitoi circolari, al cui posto furono impiantati i tre
torcitoi rettangolari tuttora visibili, anche se molto rovinati. L’attività di
torcitura continuò fino al 1934.
Dopo un lungo periodo di stasi e degrado, nel
1978 entrambi gli edifici - filanda e filatoio - vennero acquistati dal Comune
di Abbadia e nel 1981 iniziarono, con alterne vicende, il recupero del filatoio
e il restauro dei macchinari, tra cui il grande torcitoio circolare del 1818
rimesso in funzione. Nel ‘98 venne inaugurato il Civico museo setificio e iniziò
la sua apertura al pubblico.
Per contattare i promotori dell’iniziativa “Un
filo di ricordi” si può inviare una e-mail all’indirizzo info@museoabbadia.it, oppure telefonare al 349-61.32.939.
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