(C.Bott.) Una serata decisamente poco invernale, quanto a
condizioni climatiche, per un copione che si è rinnovato come ogni 31 gennaio con il festoso e chiassoso corteo
per le strade del paese, accompagnato dall’altrettanto immancabile “rito” dei
campanelli suonati a ogni abitazione incontrata lungo il tragitto, prima dell’accensione del grande falò in Poncia, con
grandi e piccoli a osservare il propagarsi delle fiamme, fino a raggiungere il
fantoccio collocato in cima alla catasta.
Con
il “ginèe” - organizzato anche quest’anno dal Comune in collaborazione con
l’Istituto comprensivo “Alessandro Volta” e il Gruppo amici della Protezione
civile - Mandello si è congedato ieri sera da gennaio, pur nella consapevolezza
che se, da un lato, i rigori dell’inverno almeno sul lago nessuno li ha ancora
avvertiti dall’altro la bella stagione potrebbe non essere propriamente alle porte.
Il
frastuono delle latte, dei barattoli, delle pentole e dei coperchi trascinati
lungo l’asfalto ha fatto come detto da annunciata anteprima al falò, con il
corteo che - partito da piazza Sacro Cuore, con l’immancabile “regìa” di un
instancabile Lazzaro Poletti - ha raggiunto dapprima Palanzo e Molina, per poi
portarsi verso via don Gnocchi, via Oliveti e via Risorgimento e, percorrendo
via Manzoni, scendere in zona lago prima di giungere ai giardini pubblici e
alla foce del Meria, dove tutto era pronto per il grande rogo, ammirato persino…
dalla luna, salutato dalle grida festose dei tanti bambini presenti e sotto gli
sguardi compiaciuti di numerosi adulti.
Anche
per il 2020 la notte del “ginèe” (o per meglio dire dei “ginèe”, visto che il
fantoccio simbolo di gennaio è stato bruciato anche nelle frazioni di Somana e Olcio)
va dunque in archivio, con il meritato successo di una tradizione dal fascino immutabile.
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