Mi chiamo Rinaldo Cedro e abito a Corenno Plinio, frazione di Dervio. Questo paese si configura come un antico borgo medievale, in particolare consiste in un’ampia piazza acciottolata con una chiesa del Trecento e un castello della stessa epoca, ma con radici molto più antiche.
Da questa piazza si diramano quattro scale (“scalotte”) e un
viottolo che gira attorno al castello: tutti questi accessi portano al lago.
La ragione della mia protesta deriva dalla volontà appalesata
dalla mia nuova amministrazione comunale di rendere l’accesso al lago a
pagamento (5 euro?) ad eccezione dei residenti e di quelli dei comuni vicini,
degli amici che ti vengono a trovare e di chissà chi altro.
Le modalità per effettuare i controlli, per l’assoluta
mancanza di informazione e trasparenza, ad oggi non sono chiare. Non escludo
che, per il tam-tam mediatico che ha assunto dimensioni paradossali, il vero
motivo sia stato quello di avere visibilità anche a scapito di contrasti e
fratture tra abitanti dello stesso comune, pertanto i “coup de théâtre” potrebbero
essere dietro l’angolo.
Per poter riscuotere il balzello, a mio avviso ci sono soltanto
due possibilità per controllare tutti gli accessi: la prima, assolutamente
antieconomica, è quella di presenziare i 5 accessi e la seconda sarebbe quella
di mettere cancelli o tornelli, che sicuramente non ci saranno mai ma che
altrimenti mi avrebbero fatto sentire prigioniero a casa mia.
La soluzione individuata assomiglierà forse più a una sorta
di “posto di blocco” che però potrebbe essere facilmente aggirata da chi non
volesse pagare, quindi di fatto inutile.
Io da innamorato del mio paese penso che questo borgo abbia
grandi potenzialità ma che questo sia il modo più sbagliato per farle emergere.
Qui ci sono tante precarietà, a cominciare dalle condizioni dell’acciottolato
sia sulla piazza sia nelle scalotte, molte case sono chiuse e alcune fatiscenti.
Credo che un giusto approccio sarebbe quello di iniziare a
sistemare tutte le superfici calpestabili e studiare come si possa incentivare,
nel limite delle leggi, la ristrutturazione di queste case in modo da portare
gente a viverci.
Fatte tali premesse, da semplice cittadino e senza alcuna
motivazione contro chicchessia, quello che non so e vorrei conoscere è se sia
legittimo interdire a chicchessia, se non a pagamento e senza avere altre
alternative di passaggio, l’accesso a scale e viottoli pubblici. Stessa domanda
per una spiaggia pubblica (LC 44) e per un porto con attracchi demaniali, quindi
pubblici.
Quindi, per difendere il diritto al libero accesso del
turista occasionale e in particolare di quelle persone che vengono più volte
all’anno per il piacere di calpestare i viottoli con i 336 scalini delle nostre
scalotte contati dal mio novantenne compaesano Renzo Angelini, per poi sedersi
su una certa panchina e guardare Dervio, prendersi in faccia la Breva e godersi
gli infiniti riflessi creati dalle increspature delle onde, voglio tutelare i
diritti di questi veri “amici di Corenno”.
Rinaldo Cedro - Corenno Plinio
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