Ieri sera l'attribuzione del riconoscimento all’imprenditrice e la sua dedica ai genitori, ai
nonni e ai bisnonni: “Le sfide sono molteplici e come loro sento il peso di
questa responsabilità”
Silvia Buzzi riceve la civica benemerenza dal sindaco, Riccardo Fasoli. |
di Claudio Bottagisi
Lei,
imprenditrice alla quale si devono un costante impegno nella conduzione
dell’attività industriale di famiglia e una grande attenzione al mondo
dell’associazionismo, al territorio in generale, alla società civile e alle
persone in difficoltà, oltre alla volontà di assicurare un aiuto tangibile per
la crescita delle nuove generazioni. Un esempio di discrezione e di profonda
umanità, capace di tradursi in atti concreti e in cospicui investimenti.
Mandello
ha consegnato ieri sera la civica benemerenza a Silvia Buzzi, in una serata che
ha volutamente accostato una figura che da anni dedica tempo ed energie a favore
della comunità locale agli studenti destinatari delle borse di studio
attribuite dal Comune. Un ideale senso di continuità, dunque, come sottolineato
e auspicato dal sindaco, Riccardo Fasoli, e dai capigruppo consiliari Sergio
Gatti (“Il paese di tutti”), Maria Lidia Invernizzi (“Mandello del Lario al centro”)
e Grazia Scurria (“Casa Comune”).
“Si
è segnalata e continua a segnalarsi per comportamenti che vanno oltre la sua
competenza professionale - è stato ribadito dagli intervenuti - e che partono
dal cuore”.
Le
doti imprenditoriali, il disinteressato impegno nei confronti del mondo dell’associazionismo
e, come detto, la sua vicinanza alle fasce più deboli (così come il ruolo dei
suoi genitori Elena e Luigi, “autentici maestri di vita”) sono stati
evidenziati anche nelle dettagliate testimonianze di Andrea Mainetti e
Francesco Gala, firmatari con Elena Gatti e Mirko Chiodero delle proposte di
conferimento della civica benemerenza a Silvia Buzzi.
Ringraziando
per il riconoscimento, Silvia Buzzi ha avuto dapprima un pensiero per sua madre
e suo padre, per i nonni e i bisnonni, “tutti imprenditori appassionati del
lavoro e coscienti di creare benessere proprio con le loro imprese”. “E’ a loro
- ha aggiunto - che dedico questo riconoscimento e come loro sento il peso di
questa responsabilità. In un mondo in continuo cambiamento, le sfide sono molteplici
ma sin qui siamo arrivati e, grazie anche a chi ora mi affianca nella
conduzione dell’azienda, le premesse ci sono per continuare bene anche in
futuro”.
L’imprenditrice
mandellese ha poi sottolineato l’importanza del “fattore umano” e del rispetto
delle persone per il successo di qualsiasi impresa, “per la sua sopravvivenza
ma anche per il bene dell’intera società”.
“In
questi giorni - ha aggiunto - mi sono chiesta quali sono i princìpi che hanno fin
qui guidato il mio cammino e li ho individuati innanzitutto nel rispetto per le
persone, per il lavoro e per il nostro Paese, a iniziare da dove viviamo. Poi
l’ascolto e l’attenzione alle esigenze degli altri, che vuol dire cercare di
mettersi nei loro panni. Questo mi ha sempre aiutato a capire meglio le situazioni
e a non dare mai giudizi ma, dove possibile, aiuto. Poi ancora la disciplina: non
si può costruire nulla di valore se non si esige che ogni cosa venga fatta in
modo corretto, se non la si perfeziona di continuo. Per raggiungere la meta che
ci si prefigge occorre essere esigenti con se stessi e con gli altri perché soltanto
così si creano armonia e unità d’intenti”.
Quindi
l’umiltà e il non aver timore nel chiedere un consiglio perché “c’è sempre da
imparare da chiunque”. E un tenero pensiero per chi non è più fisicamente
accanto a lei: “Nei momenti di difficoltà mi è sempre stato di grande aiuto rivolgere
il pensiero al Cielo e alle persone che ci hanno preceduto”.
Più
avanti nel suo intervento Silvia Buzzi si è rivolta ai giovani destinatari delle
borse di studio. “Credo molto nell’importanza della scuola - ha detto - e a voi
giovani auguro di realizzare i vostri progetti con passione e entusiasmo. Questo
è il segreto del successo, che non significa soltanto raggiungere una posizione
di rilievo, ma vivere la vostra vita di studio e di lavoro con intelligenza e
saggezza, con il piacere e con la soddisfazione di chi sa di fare la cosa
giusta nel migliore dei modi e con la maturità di chi ha compreso che lo studio
non è un fine ma un mezzo che vi accompagnerà per tutta la vita e vi aiuterà
sempre”.
“La
conoscenza - ha osservato sempre l’imprenditrice - va ben oltre l’apprendere
nozioni. E’ un percorso affascinante che non termina mai e, se viene affrontato
con la mente e con il cuore e con l’umiltà di chi vuol mettere a frutto i
propri talenti, avrà il potere di rendervi più sicuri di voi stessi dunque più
liberi, in una società che ha bisogno di individui capaci di fare le proprie
scelte di lavoro e di vita con perizia e originalità”.
E,
per finire, l’augurio “di realizzare i vostri desideri e di raggiungere i
vostri traguardi, come punti di partenza verso mete sempre più ambite, vivendo
al contempo una vita di relazione piena e positiva, con gli altri e per gli
altri”.
Non
è naturalmente mancato, nell’intervento di Silvia Buzzi, il suo “grazie”
all’amministrazione comunale, “a tutti coloro che mi dimostrano stima e
affetto” e ai volontari che si impegnano nel sociale “facendo un lavoro
egregio”.
Poi
spazio alla consegna delle borse di studio a 24 studenti che nell’anno
scolastico 2018-2019 hanno frequentato con particolare profitto le Superiori. A
riceverle sono stati Sara Vitali, Jacopo Curioni, Daniele Manzini e Alessio
Greppi (classe I), Luca De Battista, Alice Arnaudo, Benedetta Maglia, Laura
Renna, Marco Melzi e Giulia Bugana (classe II), Edoardo Moneta, Jacopo Perego,
Filippo Zucchi e Luca Kossler (classe III), Giada Comini, Angela Carminati,
Alessandro Pandiani, Laura Dell’Oro e Micaela Cosco (classe IV), Federico
Bongiovanni, Gaia Torri, Matteo Alkin Faggi, Thomas Lafranconi e Giada Gaddi (classe
V).
Altrettanto
significativo il momento successivo, dedicato al “Giorno della memoria”, istituito con la legge 211 del 2000 in ricordo dello sterminio e delle
persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani
nei campi nazisti.
Musica e riflessioni si sono alternate al “De André” grazie
a una serie di citazioni e testimonianze e all’esibizione di Janos Hasur, origini
ungheresi, che con il suo violino ha condotto i presenti attraverso un ideale cammino
tra le musiche ebraiche klezmer.
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