di Claudio Bottagisi
Si
definisce (e lo è a tutti gli effetti) apicoltore, agricoltore e cuoco. Per
anni è rimasto tra le quattro pareti di una cucina. Dapprima saltuariamente nei
periodi estivi in cui frequentava la Scuola alberghiera di Chiavenna, poi - a
partire dal 2005 - è stato chiamato a svolgere la sua professione sul Lago di
Como, in Valle Spluga, a Londra e infine
nella suggestiva Val Curone, in Brianza.
Lui
è Roberto Pasquin, mandellese, che di quegli anni dice, scherzosamente ma non
troppo: “Chiuso al caldo artificiale che mal sopporto, a scuola collezionavo provvedimenti
disciplinari in serie perché, costretto in un banco, non riuscivo a rimanervi
per più di un’ora senza alzarmi e uscire dall’aula, indipendentemente dal
permesso dell’insegnante”.
Per
poi aggiungere: “Forse è stata la vista della splendida vallata del Curone, su
cui mi affacciavo negli intervalli del mio lavoro, a farmi progressivamente
pensare che il mio posto non era “dentro” ma “fuori” e così, dal 2014, complice
la passione per il mondo delle api, ho appeso al chiodo (chissà se
provvisoriamente o in modo definitivo) il cappello da cuoco per indossare la maschera
e la tuta dell’apicoltore e imbracciare vanga e zappa”.
Ha
iniziato così, Pasquin, a coltivare ortaggi e piccoli frutti nei terreni che
gli erano stati concessi dai suoi ex datori di lavoro dell’agriturismo “La
Costa” a La Valletta Brianza, dei quali è ora un fornitore, per proseguire con
altri appezzamenti a Bartesate, località del comune di Galbiate, e nelle
frazioni alte di Mandello, dove come detto abita e dove è posta la base
operativa della sua attività di apicoltore.
Due
anni fa una nuova svolta, con la decisione di aprire all’interno di un box un
piccolo spaccio al civico 30 di via Partigiani a Mandello (“Apiness” è la denominazione
dell’azienda agricola), sulla strada che collega il capoluogo a Somana.
Appese
a una parete ci sono le “istruzioni” destinate a chi vuole acquistare uno o più
prodotti esposti, modalità di pagamento incluse considerato che si tratta a
tutti gli effetti di un self service.
Una
scelta coraggiosa, va detto, anche perché le difficoltà non mancano a iniziare
dai cambiamenti climatici di cui tanto si parla di questi tempi. Quest’anno, ad
esempio, Roberto non ha prodotto neppure un chilo di miele d’acacia perché nei
giorni della fioritura il maltempo ha distrutto tutto.
Poi
in luglio, come non bastasse, una tromba d’aria ha semidistrutto le piante di
lamponi. Insomma, se non fosse animato da una grande passione per questo lavoro
probabilmente il giovane mandellese avrebbe già desistito.
Va
detto che, oltre al piccolo agrishop allestito in via Partigiani, Roberto vende
quanto produce ai mercatini. E i suoi prodotti, davvero apprezzati, sono miele,
confetture, composte da abbinare ai formaggi e alle carni, succhi di mirtillo e
di lamponi, olio d’oliva (anche quest’anno la raccolta ha lasciato più ancora
che a desiderare) e un condimento a base di aceto di mele e lamponi, oltre a frutti
di bosco freschi e a vari ortaggi.
Va
avanti deciso per la sua nuova strada, Roberto, nella speranza che quella
imboccata appunto in questi ultimi anni sia quella definitiva. A lui, del
resto, non è mai mancato l’apprezzamento dei commensali per i quali ha lavorato
le materie prime. “Adesso - dice - producendo di persona quelle stesse materie
prime voglio regalare al maggior numero possibile di acquirenti quelle stesse
sensazioni”.
La
giusta determinazione, insomma, a Roberto Pasquin non manca. E la speranza è
che il tempo possa davvero dargli ragione, come lui auspica e come merita.
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