di Claudio Bottagisi
Un
“inno” di Sant’Ambrogio, non a caso nel giorno della ricorrenza liturgica di
questo vescovo e dottore della Chiesa, come prima citazione per introdurre la
cerimonia e aiutare a comprendere il significato del gesto che Mandello e la
sua comunità pastorale si apprestavano a compiere.
Poi
subito un riferimento alla Chiesa locale: “L’antica pieve di Mandello, le cui
radici affondano quasi agli esordi della diocesi comense, si contraddistingue
per una ricca storia di fede, evidente nello splendore del luogo in cui ci
troviamo”. E riferendosi proprio all’arcipretale di San Lorenzo: “E’ rinata,
ancora più bella, dopo il devastante incendio del 14 maggio 2016 e il passo che
stiamo compiendo vuole proseguire quel rinnovamento, che potremmo persino
definire una resurrezione”.
Monsignor
Oscar Cantoni tesse un elogio del patrimonio storico, artistico e culturale e
sottolinea la preziosità di oggetti, paramenti e arredi sacri che, se esposti
all’ammirazione di tutti, “possono diventare anche più comprensibili nella loro
destinazione e nel loro significato”.
Il vescovo Oscar Cantoni questa mattina nell'arcipretale di San Lorenzo. |
Il
vescovo di Como, sabato 7 dicembre a Mandello per l’inaugurazione del Museo di
arte sacra realizzato a San Lorenzo in quella che era un tempo la “casa del
vicario”, parla in termini entusiastici di quella che secondo l’auspicio del
prelato “dovrà essere da qui in avanti una realtà viva, adeguatamente sostenuta
da enti, istituzioni e soggetti privati”.
Tiene
a precisare che uno spazio museale “non deve essere riservato a una ristretta
élite, perché tutti hanno diritto a una cultura bella, a partire dai poveri e
dagli ultimi” e perché “anche un museo può diventare una soglia da cui
affacciarsi al Mistero”.
Per
tracciare le direttrici che dovranno ispirare la questa nuova realtà mandellese
il vescovo cita Papa Francesco e il suo messaggio diffuso in occasione
dell’incontro del maggio scorso con i membri dell’Associazione musei
ecclesiastici italiani.
“Un
museo concorre alla buona qualità della vita della gente - ebbe a dire il
pontefice - creando occasioni per formare comunità e aiuta tutti ad alzare lo
sguardo sul bello”.
Già,
alzare lo sguardo sul bello e di riflesso sul buono, che nella maggior parte
dei casi coincidono. E’ stato proprio questo il filo conduttore dell’evento di
questa mattina. Non è naturalmente mancato, nell’intervento di monsignor
Cantoni e nelle successive testimonianze, il grazie a quanti si sono adoperati
per la realizzazione del Museo di arte sacra di Mandello, a partire dalla
Fondazione Cariplo, dalla Fondazione comunitaria del Lecchese, dall’Ufficio
diocesano di arte sacra e dalla stessa comunità pastorale.
E’
toccato poi a Mario Romano Negri, alla guida della Fondazione comunitaria, ricordare che l’organizzazione da lui presieduta “privilegia la
promozione e valorizzazione dei beni storici e artistici e si fa parte attiva
nel portare avanti progetti come quello del museo mandellese”.
“Adesso
spetta alla gente far vivere questa nuova realtà - ha specificato - e far sì
che appunto questa cultura del bello non vada perduta”.
Don
Giuliano Zanotta, parroco della comunità pastorale di Mandello, ha quindi
evidenziato il cammino percorso dalle varie parrocchie e sottolineato dal canto
suo come “la via del bello è anche la via per l’educazione alla fede”.
E’
stata poi la volta di don Andrea Straffi. Il direttore dell’Ufficio diocesano
di arte sacra ha in primo luogo spiegato che l’allestimento di una prima
piccola esposizione d’arte presso la casa parrocchiale era stato voluto
dall’arciprete don Carlo Massina negli anni Novanta, “operazione finalizzata a raccogliere alcune tra le opere più significative
della parrocchia, ma non facilmente fruibile perché collocata al secondo piano
e in un locale piuttosto angusto”.
Don Andrea Straffi, direttore dell'Ufficio diocesano di arte sacra. |
Nel giugno di dieci anni fa erano state catalogate le
oltre 700 opere di proprietà della parrocchia di San Lorenzo. Erano seguite la
sistemazione della “casa del vicario”, chiusa e abbandonata da tempo, e la
scelta di creare nei locali al piano terra il nuovo spazio che ora accoglie il
museo.
Poi,
però, ci fu il già ricordato incendio della primavera 2016, con i gravi danni
causati dalla fuliggine che si depositò su tutta la superficie interna
dell’edificio religioso. “Ma san Lorenzo ha fatto la grazia - ha detto -
facendo sì che la chiesa venisse risparmiata dalle fiamme, per poi rinascere
più bella e più splendente di prima”.
“Nel frattempo - ha aggiunto don Andrea - la diocesi
aveva istituito un vero e proprio Sistema museale per offrire alle parrocchie
un supporto scientifico, organizzativo e logistico per le problematiche legate
alla gestione appunto degli spazi museali. Per quello di Mandello il tassello
decisivo è stato rappresentato dall’interessamento e dal contributo economico
della Fondazione Cariplo, con il supporto operativo della Fondazione
comunitaria del Lecchese”.
“Non abbiamo voluto esporre tutto a tutti i costi - ha
quindi specificato - ma suggerire un cammino di conoscenza della storia, della
vita e della liturgia che ha
caratterizzato la comunità della plebana. Lo spazio del museo è ancora perfezionabile
e si arricchirà ulteriormente”.
Il responsabile del Sistema museale ha anche espresso
gratitudine a don Giuliano, riconoscendo che un impegno simile, tanto più in
una fase complessa e delicata come l’attuale, “gli ha causato una fatica e una
preoccupazione notevoli”. “Ma - ha subito precisato - faremo il possibile per
non lasciarlo solo”.
Don Straffi ha concluso affermando che l’impegno della
diocesi e del Sistema museale sarà quello di rendere vivo il museo mandellese
con iniziative, progetti, attività didattiche, turistiche e culturali che
possano avere ricadute sul territorio, in stretta sinergia con le altre realtà
museali della diocesi e della provincia di Lecco.
Il
significato di disporre di un museo di arte sacra e il sostegno assicurato
dalla comunità locale in questi mesi di lavoro sono stati infine ribaditi
dall’architetto Alessandro Colombo, al quale si deve la progettazione
dell’allestimento unitamente all’architetto Paola Garbuglio dello “Studio
Terra”.
Un
apprezzato intermezzo musicale con all’organo dell'arcipretale il maestro Aldo Locatelli e un
momento di preghiera guidato dal vescovo Oscar hanno preceduto il taglio
del nastro da parte di Donatella Negri, consorte del presidente della
Fondazione comunitaria del Lecchese, e la visita alla struttura museale.
Nel servizio fotografico
di Claudio Bottagisi, le immagini della cerimonia inaugurale del Museo di arte
sacra sabato 7 dicembre a Mandello.
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