Giorgio La Pira |
Questo
titolo emblematico e suggestivo richiama l’attenzione generale su una straordinaria
figura e sul bel borgo centrolariano, divenuto fecondo epicentro di attività culturali
e non solo.
Il
sottotitolo “Vorrei aiutare gli altri a vedere con occhi nuovi” consente di
entrare nel vivo del sentire e del pensare di Romano Guardini, che soggiornò
più volte nella villa varennese della madre.
Cosa
comunica al mondo contemporaneo Guardini? Perché la sua persona e le sue opere
sono basilari per gli uomini e per le donne
e, soprattutto, per i giovani del Terzo millennio? E perché Papa Francesco lo
ha citato nella sua ultima enciclica ? A
queste e altre domande cercherà di rispondere la mostra fotografica che vuol
fare incontrare l’“uomo” Guardini. Un
uomo, il cui cuore inquieto e spalancato non ha mai smesso, durante tutta la sua vita, di porre domande a se stesso, alla
realtà nella sua inarrestabile evoluzione.
Un
uomo che non ha mai smesso di porre domande
ai suoi studenti, alle istituzioni, alla Chiesa, dando così mirabilmente voce
alle domande di ogni uomo, donna o giovane.
Mediante
i luoghi e gli avvenimenti salienti della sua vita, documentati con fotografie, testi, disegni e oggetti
personali, la sua figura emerge in tutta la sua semplice ma feconda apertura ai
molti contesti del sapere, come anche agli aspetti più quotidiani della vita.
Perché
dunque una mostra su Romano Guardini nell’ambito del Trittico di Varenna? Il teologo italo-tedesco (Verona, 1885 - Monaco, 1968) è stato uno degli ispiratori della “Rosa bianca”, movimento di
protesta antinazista. Proprio sul Lario e in particolare a Varenna, a metà del XX secolo, ebbe modo di meditare e
strutturare alcuni capisaldi della sua filosofia teologica e sociale, con speciali approfondimenti sui temi
eco-ambientali, intesi come segni da amare e preservare della munificenza divina.
Il
percorso speculativo di Guardini ha raggiunto altezze inesplorate e insuperate,
mentre egli percorreva, con i piedi ben
aderenti al terreno dell’esperienza meditativa, i sentieri e le mulattiere di
Varenna, catturato da infinite e suggestive
immagini, da paesaggi che gli si imprimevano nella mente con vividi dettagli.
Negli
anni prossimi al 1930 scrisse infatti le famose Lettere dal lago di Como, opera che il cardinale Carlo Maria Martini fece ristampare per far conoscere il pensiero di
uno scrittore da lui definito “uno dei primi veri ambientalisti”.
Anche
David Maria Turoldo, che trovò ispirazione e quiete a Varenna, ammirava le intuizioni
e gli scritti di Romano Guardini.
In
buona sostanza le opere di quest’ultimo, pur datate, per la loro raffinatezza e
profondità sono ancora oggi attualissime, parlando a tutte le generazioni in
virtù di una nitida osservazione e di una sincera penetrazione nella realtà
dell’ambiente e dell’umanità, il tutto in una dimensione di integrità oltre
ogni caducità terrena.
Il
terzo Trittico di Varenna sul Lario - “Per navigare insieme nella storia, nell’etica
e nell’arte” è dunque sulla rampa di lancio. Sabato 9 novembre alle 11, come detto, inizierà la
procedura di lancio della navicella spaziale varennese, mediante un vettore a 5
stadi, corrispondenti ad altrettanti eventi:
Stadio 1 \ Expo “ Romano Guardini in Varenna e
nel mondo” \ Ore 11 \ Sabato 9 novembre \ Chiesa di Santa Marta.
Stadio 2 \ Convegno nazionale “Libertà e doveri
nella Costituzione italiana” \ Ore 15 \ Sabato 9 novembre \ Villa Monastero.
Stadio 3 \ Concerto per l’unità e la pace \ ore
20,45 \ Sabato 9 novembre \ Chiesa prepositurale di San Giorgio.
Stadio 4 \ Istituzione della “Rete dei Comuni lapiriani”
con i sindaci fondatori \ Ore 10 \ Domenica 10 novembre \ Villa Cipressi.
Stadio 5 \ Seminario Internazionale “Il dialogo
interreligioso: una sfida oggi ineludibile” \ Ore 15 \ Domenica 10 novembre \
Villa Cipressi.
Romano Guardini |
Ognuno
di questi eventi presenterà temi e figure di estremo interesse e grande attualità,
con testimonianze dirette e dissertazioni approfondite, con interludi storici,
culturali, artistici e musicali di vario tipo.
La
rassegna si lega poi a filo doppio a Giorgio La Pira, al quale Varenna è
particolarmente legata avendo intitolato al professore fiorentino, in
municipio, la sala consiliare. Accanto a lui saranno celebrate figure basilari
nella storia moderna italiana quali Giuseppe Lazzati e Federigo Giordano.
Il
Terzo trittico può contare sul plauso delle massime cariche istituzionali italiane,
in primis quello del capo dello Stato Sergio Mattarella, e di altre eminenti
personalità del mondo civile ed ecclesiale. Vi
hanno aderito anche alcune rappresentanze diplomatiche, a sottolineare la caratura
internazionale del Trittico e della Rete dei Comuni lapiriani.
Il
premio ai “Seminatori di fraternità e pace” costituirà una gemma speciale nella
sequenza di eventi. Ai vari eventi interverranno i rappresentanti delle
istituzioni regionali e locali, oltre a personalità nazionali di primo piano.
Giorgio La Pira,
inarrestabile trascinatore di governi e statisti
Giorgio
La Pira, uno degli uomini nuovi auspicati da Einstein, individuò Hiroshima come
il momento di frattura tra la vecchia cultura della competizione e la nuova condivisione
planetaria.
Originario
della Sicilia ed emigrato al Nord, toscano di adozione, fu professore di
diritto romano, membro dell’Assemblea costituente, deputato, sottosegretario e sindaco
di Firenze, che con lui divenne un laboratorio di pacificazione sociale e uno spazio
di libere comparazioni per ogni religione e ideologia.
La
passione per il dialogo lo portò a varcare le frontiere erette dal contrasto
ideologico tra il sistema comunista dell’Urss e il neoliberismo delle potenze occidentali
e quelle insanguinate dai conflitti armati come il Medio Oriente e il Vietnam,
dove incontrò Ho Chi Minh.
Fu
definito “visionario pragmatico”, “folle molto sagace”, “indomito precursore”,
“inarrestabile trascinatore di governi e statisti”. Con lui Firenze si gemellò
con Philadelfia, Kiev, Kyoto, Fez e Reims. Nominò cittadini onorari U Thant, Léopold
Senghor e Le Corbusier.
Promosse
il Comitato internazionale per le ricerche spaziali, tavole rotonde sul disarmo,
iniziative volte a mettere in luce il Terzo mondo e gli stati africani
emergenti. Lanciò l’idea di un’università europea da istituire a Firenze. Nel
1952 organizzò
il primo Convegno internazionale per la pace e la civiltà.
Iniziò
un’attività, unica in Occidente, tesa a promuovere contatti vivi, sistematici
tra i politici di tutti i Paesi. A Palazzo Vecchio, nel 1955, i sindaci delle
capitali del mondo siglarono un patto di amicizia.
A
partire dal 1958 organizzò i Colloqui mediterranei a cui partecipavano anche
arabi e israeliani. Ricevette la più alta autorità di Pechino. Nel 1959 parlò
al Soviet supremo di Mosca a favore della distensione e del disarmo, con il
benestare del Papa ma non del Ministro degli esteri italiano.
Nel
1967 fu eletto presidente della Federazione mondiale delle città unite. Il suo
slogan era “Unire le città per unire le nazioni’’. Dopo la “guerra dei sei
giorni” visitò Hebron,
Gerusalemme e l’Egitto.
Per
sei anni, tramite la Federazione, si adoperò attivando le istituzioni di tutto
il mondo per organizzare incontri al vertice in materia di disarmo, pace e
sicurezza.
La
sua azione è stata definita “l’arte della pace”.
Bravo Claudio. Ottimo. Ezio L.
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