di Claudio Bottagisi
Un richiamo alla certezza del diritto e alla democrazia, il “grazie” alle forze armate e alle forze dell’ordine, la sollecitazione a ritrovare il piacere di confrontarsi, di riunirsi e di discutere, oggi spesso vanificato dai social, e l’invito esplicito a rialzare il livello culturale delle comunità in cui viviamo.
Nel
giorno della Festa dell’unità nazionale il sindaco di Mandello, oltre a
rievocare la data del 4 novembre “che per noi italiani significa la conclusione
della prima guerra mondiale che unì per la prima volta, fianco a fianco nelle
trincee, giovani di ogni regione e di ogni ceto sociale” e con il sangue di
600mila caduti “che permise di realizzare il sogno risorgimentale di un’Italia
unita”, ha toccato nel suo intervento pronunciato questa mattina, sotto la
pioggia, davanti al monumento ai caduti ai giardini a lago anche temi di
stretta attualità. Su tutti, come detto, il dilagare di un sistema di vita divenuto
“virtuale” e tale da consentire a incapacità, violenza e odio di moltiplicarsi.Un richiamo alla certezza del diritto e alla democrazia, il “grazie” alle forze armate e alle forze dell’ordine, la sollecitazione a ritrovare il piacere di confrontarsi, di riunirsi e di discutere, oggi spesso vanificato dai social, e l’invito esplicito a rialzare il livello culturale delle comunità in cui viviamo.
“L’estrema
facilità di comunicare, di condividere il proprio pensiero e le proprie idee -
ha detto Riccardo Fasoli - non sempre contribuisce a elevare il livello culturale
della nostra comunità. Anzi, troppo spesso lo abbassa. Testi, foto, frasi, a
volte insulti che girano sui social network si stanno sostituendo ai reali
confronti tra le persone, dando luogo a discussioni troppe volte sterili e a
facili fraintendimenti. Impegniamoci allora a riunirci di più, a trovarci, a
parlarci. Tutto ciò è certamente più faticoso ma sicuramente più prolifico che non
limitarsi a stare su una tastiera”.
Non
è neppure mancato, nel discorso commemorativo del primo cittadino, il rammarico
per la perdita della memoria di quegli eventi dolorosi che si sono accompagnati
all’impegno delle forze armate ieri nel difendere i confini e oggi nel
salvaguardare le conquiste sociali e democratiche raggiunte con fatica e
sacrificio”.
“Voi
forze dell’ordine - ha affermato il sindaco - siete chiamate a difendere la
pace, a tutelare l’unità, a garantire la sicurezza, l’ordine e il rispetto
delle regole. Oggi più che mai siete i depositari dei più alti valori
spirituali e morali consegnatici dalla lotta per la liberazione dallo straniero
e dalla dittatura fascista”.
“Siate
fieri del compito vitale e arduo che vi è stato affidato - ha aggiunto - Non
basta però il vostro impegno, serve anche quello di tutti noi. E in un momento
in cui tutto sembra essere messo in discussione, i valori per i quali i nostri
avi combatterono e si sacrificarono devono essere da noi difesi, senza se e
senza ma, a salvaguardia della pace, della democrazia e dell’unità nazionale”.
In
precedenza, nella chiesa arcipretale di San Lorenzo era stata celebrata la
messa a suffragio di tutti i caduti. Introducendo la celebrazione eucaristica don
Giuliano Zanotta, parroco della comunità pastorale di Mandello, aveva ricordato
“chi ha dato la vita per il bene comune” e ringraziato le associazioni presenti,
a iniziare dall’Ana e dal Soccorso degli alpini, per l’attività da loro svolta
a favore della cittadinanza.
Al
termine del rito un momento particolarmente significativo. Alcuni alunni
dell’Istituto “Santa Giovanna Antida” hanno letto frasi e brevi riflessioni
ispirate alla pace, non prima di aver sottolineato come quello della guerra sia
un tema purtroppo sempre attuale: “La pace è qualcosa di magico e di speciale”,
“la pace è bella e la guerra è dolorosa”, “la pace è un mondo di colori, è un
mondo di allegria”. E ancora: “La guerra è quando io non ho più una mia casa”.
Ad
accompagnare la lettura dei messaggi l’esposizione di un disegno con la
riproduzione della ben nota opera di Picasso Guernica, realizzata dal grande pittore dopo il bombardamento di
cui fu fatta oggetto la città basca durante la guerra civile spagnola del 1937.
A quel disegno i ragazzi dell’istituto scolastico mandellese hanno poi
sovrapposto significativamente una grande colomba, simbolo di pace e
fratellanza.
Quindi
Lucia ha eseguito al flauto traverso Il
Signore delle cime, prima del corteo dalla chiesa al monumento ai caduti, con la
deposizione della corona di alloro e, appunto, il discorso del sindaco.
In
mattinata una delegazione dell’amministrazione comunale e delle associazioni
combattentistiche e d’arma aveva reso onore ai caduti presso le lapidi e i
monumenti eretti in loro ricordo nel capoluogo e nelle frazioni mandellesi di
Rongio, Maggiana, Olcio e Somana.
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