Da Simona
Gazzinelli, consigliere comunale di opposizione a Lierna nel precedente mandato
amministrativo, riceviamo e pubblichiamo:
Con
riferimento all’articolo apparso in data
6 novembre in relazione ai lavori su piazza IV Novembre a Lierna, avendo
partecipato attivamente con il Comitato attaccato dal sindaco e quale
componente alle scorse elezioni della lista “Vivere Lierna”, temendo dunque di
essere una degli scriteriati “pseudo-ecologisti” invisi a Silvano Stefanoni, mi
permetto alcune osservazioni su quanto affermato dal sindaco stesso.Innanzitutto dichiarare “non riesco a esprimermi sugli pseudo-ecologisti” è già un’espressione molto chiara e forte del pensiero del sindaco Stefanoni, per la quale personalmente valuterò anche azioni in altra sede, e che denigra, senza motivo, una parte della cittadinanza, grande o piccola che sia, che ha appoggiato il Comitato sorto contro l’abbattimento degli alberi in piazza IV Novembre.
Documentazione
sui lavori nella piazza (documenti ufficiali del Comune e degli altri organi
intervenuti) ne abbiamo acquisita in abbondanza. Eppure qualcosa manca.
Manca
ciò che il Comune non può fornirci perché non lo ha richiesto, quindi
semplicemente non c’è. La perizia che indichi che gli alberi erano malati, ad
esempio, e che per tale ragione ne prescrivesse l’abbattimento. Il parere della
Commissione paesaggio, ritenuto non necessario. Manca l’autorizzazione
all’inizio lavori rilasciata dal tecnico comunale. Manca una procedura alla
base dell’affidamento del progetto che consentisse la possibilità di scelta tra
più progetti.
Come
si può decidere di spendere quasi un milione di euro tra i due lotti
(passeggiata a lago e piazza IV Novembre), che per il nostro piccolo Comune
sono un importo davvero rilevante, senza avere nemmeno due proposte da
comparare?
Simona Gazzinelli |
Il
motivo per cui il dialogo con lui si è concluso presto il sindaco Stefanoni
dovrebbe conoscerlo bene e non mostrare perplessità adesso. Non ci ha dato
alcuno spazio di discussione. Le risposte da lui avute sono: le piante dovevano
essere tagliate perché ammalorate e che era troppo tardi perché l’inizio dei
lavori era prossimo con l’appalto già aggiudicato e, di conseguenza, non si
poteva fare nulla. Entrambe le risposte avute mi hanno poco soddisfatto.
Le
piante visibilmente non erano malate e non c’era alcuna perizia che ne
indicasse tale stato. Il “non poteva farci niente” era da intendersi come un
cortese “non voleva farci niente” (la giunta di Zotti nel 2012 blocco il
progetto già aggiudicato e in corso di esecuzione per il rifacimento della piazza,
questione che ha provocato anche un contenzioso avanti al Tar, con un
annullamento in autotutela da parte del Comune nel 2018 di una delibera di
aggiudicazione lavori definitiva del 2007 e ciò significa che se si vuole non è
mai troppo tardi). Dell’incontro
pubblico non ha nemmeno voluto parlare, che era onere della minoranza informare
i cittadini.
A
lui ci siamo rivolti per primi per avere un aiuto, un incontro pubblico, cosa
che ci ha negato. Pertanto ora di cosa si perplime? Che il mondo non finisca
davanti ai suoi no? Se lui non vuole o non può farci niente perché avremmo
dovuto continuare a tediarlo?
Ci
siamo rivolti ad altri organi: Regione, Sovrintendenza e ministero. I consiglieri
regionali hanno voluto controllare e non stanno facendo altro che quello che
sono chiamati a fare, con buona pace del sindaco. Perché si infastidisce se
qualcun altro ci dà ascolto? E dico ascolto, non ragione. Era solo quello che
chiedevamo.
E
non se ne abbia a male, il sindaco, ma temo non si sia accorto che non ce
l’abbiamo nemmeno con lui, ma con chi doveva rilasciare le autorizzazioni e
controllare. E non è certo lui.
Questione
politica? Quale? Quale sarebbe la parte politica che sostiene questo progetto?
La Lega? Il sindaco confonde il suo ruolo di amministratore con la sua
appartenenza politica, ma a me questo interessa poco e,
per inciso, non mi risulta che ad oggi qualche partito o corrente politica si
sia espresso ufficialmente a sostegno dell’opera.
Il
sindaco Stefanoni rinfaccia poi l’assenza di noi “pseudo-ecologisti” all’epoca
della costruzione dei capannoni sopra “Riva bianca”, facendo anche un simpatico
sbeffeggio (“erano a caccia di sciami di
api giganti per le grandi arnie”).
I
capannoni a cui fa riferimento risalgono a un Pgt del 1999. I tempi sono
cambiati, le leggi sono cambiate, le persone sono cambiate e anche la
sensibilità di alcuni. Personalmente nel 1999 non ero nemmeno maggiorenne e
quasi certamente dedita a stupidaggini. Potrei ribaltare a lui la domanda.
Dov’era lui quando costruivano i capannoni che ora, dopo 20 anni, tira in
ballo? Ma, francamente, non m’importa.
Simona Gazzinelli
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