(C.Bott.) Finisce in Tribunale il “caso” degli odori nell’aria di Mandello. Nella
mattinata di venerdì 8 novembre il sindaco Riccardo Fasoli, accompagnato da un
legale, ha depositato presso gli uffici della Procura della Repubblica di Lecco
un esposto firmato dal “Comitato per la difesa dell’ambiente” e
sottoscritto da ben 546 cittadini, tra i quali lo stesso sindaco.
Per dare ulteriore peso e significato alla questione,
era stato chiesto un appuntamento con il procuratore capo Antonio Chiappani, il
quale ha ricevuto il primo cittadino mandellese unitamente al pubblico
ministero Paolo Del Grosso, che si occuperà in prima persona della vicenda.
Nell’esposto si spiega che da anni la cittadinanza
lamenta l’insostenibilità olfattiva delle esalazioni prodotte e provenienti
dalla “Gilardoni Vittorio Srl” e precisa che, a fronte di una situazione
divenuta intollerabile, a ottobre dello scorso anno era stato costituito un “Comitato
cittadino per la difesa dell’ambiente”.
“In particolare - si afferma nell’esposto - i
cittadini lamentano ormai da anni odori così forti da essere avvertiti
quotidianamente non soltanto da chi abita nelle vicinanze dell’azienda ma anche
nei dintorni. Si tratta di un forte odore di alluminio, fenolo e formaldeide, unito
a quello di metallo arroventato, che suscita preoccupazione in termini di
eventuali conseguenze per la salute dei cittadini connesse alla costante
esposizione a dette sostanze”.
Si precisa altresì che alcuni cittadini hanno stilato
una sorta di registro su cui vengono annotati gli orari di percezione e l’intensità
degli odori.
Nell’atto viene inoltre posta l’attenzione sul
delicato equilibrio tra il diritto dell’azienda a portare avanti la propria
attività produttiva, con tutte le conseguenze che ne derivano, e il diritto
alla salute dei cittadini, come noto costituzionalmente tutelato.
Va anche detto che i sei tavoli tecnici a cui hanno
partecipato la “Gilardoni”, Arpa Lombardia, l’amministrazione provinciale di
Lecco e l’amministrazione comunale di Mandello non hanno fin qui avuto esito,
né le criticità sollevate da Arpa sono state risolte.
Non è rimasta altra strada, dunque, se non quella di
depositare l’esposto, così che la Procura presso il Tribunale di Lecco valuti i
fatti descritti, accerti la loro legalità e adotti i provvedimenti che riterrà
necessari.
Soltanto lo scorso mese di settembre era stato lo stesso
sindaco Fasoli a sottolineare in una sua nota come la problematica degli odori
anziché migliorare avesse addirittura raggiunto in questi ultimi mesi “picchi
di miasmi intollerabili”.
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