Le coppie in festa domenica 24 novembre ad Abbadia per gli anniversari di matrimonio. |
Aveva
posto questo interrogativo e trasmesso queste riflessioni, don Fabio Molteni,
alla vigilia della ricorrenza liturgica di Cristo Re, coincisa per Abbadia
Lariana proprio con la celebrazione degli anniversari di matrimonio.
E
ieri mattina, all’omelìa della messa celebrata in San Lorenzo davanti alle sedici
coppie di sposi che avevano accolto l’invito a festeggiare comunitariamente i
loro anniversari di nozze, il parroco è tornato a chiedere il perché di questa
ricorrenza. E ad aggiungere un’altra domanda: “Non era sufficiente festeggiare
in famiglia, nella data esatta dell’anniversario?”.
Cinque,
dieci, venti, venticinque, trenta, quaranta, quarantacinque, cinquanta e
cinquantacinque anni. Come dire, da… sposini a buona parte della propria
esistenza vissuta insieme.
“E’
importante ringraziare Dio e dirsi grazie reciprocamente - ha detto don Fabio
-Questa vita, sempre di corsa e in cui tutto è dovuto, ci spinge a guardare al
futuro e a lamentarci di ciò che ci manca, ma difficilmente ci aiuta a guardare
alla strada percorsa, a vedere i doni che Dio ci ha fatto e che marito e moglie
si sono scambiati reciprocamente”.
“Tutto
questo - ha aggiunto il sacerdote - non spiega però ancora l’importanza di una celebrazione comunitaria degli anniversari di
matrimonio. La festa non si vive da soli. Non a caso quando sono contento e
desidero festeggiare qualcosa chiamo gli amici più cari a condividere con me
questo momento. E se la Chiesa è realmente una comunità di fratelli, allora è
bello vivere insieme i momenti della vita, quelli ordinari
ma
soprattutto quelli particolari. Facciamo festa insieme perché insieme desideriamo
camminare e condividere questo momento di gioia”.
Poi
un riferimento a Papa Francesco e a una sua omelìa tenuta in occasione di una
festa degli anniversari di matrimonio: “Il pontefice ha detto che l’amore di
Gesù è fedele, perseverante e fecondo. Fedele perché ci sono momenti brutti e
perché tante volte si litiga. Ma alla fine si torna, si chiede perdono e
l’amore va avanti, come l’amore di Gesù con la Chiesa. Perseverante perché se
manca questa determinazione l’amore non può andare avanti. Ci vuole la
perseveranza nell’amore, nei momenti belli e in quelli difficili, quando ci
sono i problemi. Fecondo: l’amore di Gesù fa feconda la sua sposa, fa feconda
la Chiesa con nuovi figli, nel battesimo. E la Chiesa
cresce
con questa fecondità nuziale dell’amore di Gesù. Però alcune volte ci sono le prove.
E queste prove portano avanti i matrimoni, quando si guarda a Gesù e da lui si prende
la forza per proseguire lungo il cammino intrapreso”.
Così
ieri l’intera comunità di Abbadia ha voluto sentirsi vicina alle coppie in
festa, ha voluto sentirsi famiglia tra le famiglie. C’è chi ha offerto la
freschezza e l’ingenuità dei primi passi, chi la tenerezza e la maturità del
lungo tragitto percorso.
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