Il nuovo logo dell'associazione "AbilMente" di Mandello. |
Da
oltre tre decenni è attivo a favore dell’integrazione dei disabili e per
migliorare la loro autonomia. Ebbe tra i soci fondatori il dottor Gianni Comini
e Margherita Morganti, scomparsi rispettivamente nel 2015 e nel 2014, il cui
impegno portò anche alla successiva costituzione della Cooperativa sociale
“Incontro”, voluta allo scopo di avviare e gestire laboratori per la produzione
e la lavorazione di manufatti, così da favorire l’inserimento nella vita attiva
dei disabili appunto attraverso l’addestramento professionale.
Una
scelta di grande significato anche per donare agli ospiti della cooperativa
amore, amicizia e sostegno.
Erano
dunque i primi anni Ottanta quando a Mandello si costituì il Gruppo amici degli
handicappati e a Margherita Morganti, nei mesi successivi alla sua morte, il
sodalizio dedicò sul proprio notiziario un sentito ricordo.
“La
margherita si rinnova ogni anno dalle sue radici dando luogo a nuovi fiori - si
leggeva - e così Margherita attraverso l’amore e la dedizione sapeva andare
oltre i problemi. Le radici di questo amore possono darci coraggio e sostenerci
per le nuove iniziative in un mondo che cambia, ma che avrà sempre bisogno di
solidarietà e di volontari”.
“I
frutti dell’insegnamento di Margherita - aggiungevano i firmatari del ricordo -
sono sotto i nostri occhi, dobbiamo soltanto aprirli. L’esempio è fatto di
concretezza nel lavoro e nelle idee, nella vicinanza reale alle persone alle
quali lei dava la sua disponibilità totale, nell’essere la prima a
“tirare la carretta” delle nuove proposte. Era madre, zia e nonna con i
ragazzi, ma soprattutto aveva una ferma quanto affettuosa linea educativa che
la faceva diventare vero riferimento per loro”.
Quindi
un ideale appello: “Senza i volontari e senza Margherita non si sarebbe fatto
nulla. Raccogliamo allora la sua eredità, senza paura nelle nostre capacità e
sensibilità, nei nostri limiti”.
Margherita Morganti, scomparsa nell'estate 2014. |
L’idea
del cambiamento era nata già nel precedente consiglio direttivo, ma era stata
provvisoriamente accantonata per problemi di costi burocratici. In seguito l’attuale
consiglio ha perseguito la strada del cambio di denominazione, auspicato in
considerazione del fatto che il termine “handicappato” è ampiamente superato e
usato spesso in senso dispregiativo e per dare dunque un’immagine più consona
della disabilità nei nostri tempi.
“Per
la scelta del nome e, di conseguenza, del nuovo logo - spiega il presidente
Redaelli - è stato prezioso e insostituibile l’aiuto dei ragazzi del nostro istituto
comprensivo “Alessandro Volta”. Gli alunni delle scuole medie di Mandello e
Abbadia Lariana con notevole impegno hanno infatti aderito al bando
appositamente indetto, producendo oltre duecento lavori nella ricerca di un
nuovo logo e di un nuovo nome che rappresentasse in modo adeguato la disabilità”.
“La
scelta del logo e del nome - aggiunge - è scaturita dall’unione di due lavori che
la commissione giudicatrice, con le insegnanti dell’istituto, e il consiglio
direttivo non senza difficoltà hanno ritenuto più significativo. Rifacendosi alla
ben nota rappresentazione stilizzata dello smile e grazie alla fantasia e alla
creatività dei ragazzi è così scaturito il nuovo logo, accompagnato dall’altrettanto
significativo nome AbilMente”.
Va
detto che i soci del Gruppo amici degli handicappati avevano approvato sempre
in sede di assemblea sia la nuova denominazione sia il nuovo logo. Ora
nell’assemblea straordinaria dei giorni scorsi è stata approvata all’unanimità,
oltre alla modifica dello statuto prevista dalla legge per la riforma del Terzo
settore, appunto anche quella del nome e del logo dell’associazione.
Ma
cosa cambia rispetto al Gruppo amici degli handicappati? A rispondere è sempre
il presidente: “Ci teniamo a riaffermarlo per evitare comunicazioni distorte.
Non cambia nulla, ma proprio nulla, se non il nome e gli aspetti burocratici
legati al cambiamento voluto come detto dalla nuova legge del Terzo settore. Pertanto,
ringraziando tutti i volontari che da sempre collaborano con i “ragazzi” della
Cooperativa “Incontro” e che sostengono a vario titolo la nostra associazione,
auspichiamo di poter vedere con piacere nuovi volontari unirsi a quelli
storici, così da ampliare ulteriormente la condivisione e la solidarietà”.
“Oggi
più di ieri - conclude Piercarlo Redaelli - condividere un tratto di strada con
qualcuno meno fortunato è un’opportunità da prendere in considerazione, senza bisogno
di possedere speciali caratteristiche.”
Il Direttivo e l'Assemblea hanno discusso già negli anni precedenti la modifica del nome dell'Associazione per adeguarlo alle richieste linguistiche nascenti dall'evolversi delle scienze umane in campo di diversità e inclusione. La scelta di fare realizzare il cambiamento agli studenti delle scuole medie, sicuramente ha avuto il pregio di fare conoscere anche ai più giovani e alle loro famiglie una realtà associativa che, per molti, forse, era sconosciuta o quasi. Il logo originario dell'associazione aveva però in sé un simbolismo forte e delicato allo stesso tempo, politicamente corretto (come si dice oggi). Simboleggiava la luce, la vita, il sostegno alla fragilità.
RispondiElimina