(C.Bott.) Il “caso” dei lavori di rifacimento di piazza IV Novembre a Lierna e in
particolare del conseguente abbattimento di numerosi alberi finisce a Roma sui
tavoli dei ministri Sergio Costa e Dario Franceschini.
Per dare peso e ulteriore significato alla protesta e
alla loro opinione contraria ai lavori che stanno interessando la piazza stessa,
i promotori della petizione indetta nelle scorse settimane hanno infatti
inviato una lettera al ministro dell’Ambiente e al titolare del dicastero per i
Beni e le attività culturali.
La missiva è stata altresì recapitata alla Regione
Lombardia, ai Comandi carabinieri per la
tutela dell’ambiente di Roma e di Milano, al Comando dei Cc per la tutela del
patrimonio culturale, al Nucleo carabinieri T.P.C. d Monza e alla
Soprintendenza archeologica, Belle arti e paesaggio.
Nella missiva - accompagnata dalle firme raccolte sia
con la petizione online sia con quella cartacea, oltre che da una serie di
fotografie della piazza e dei “lavori in corso” - il Comitato non esita a parlare
apertamente di “uno scempio” e si dice innanzitutto sconcertato dall’avere
appreso dal sindaco, Silvano Stefanoni, che quello stesso scempio è stato
autorizzato e avallato dalla Soprintendenza.
“Conosciamo tutti quanto le procedure di tutela dei
beni culturali e paesaggistici siano puntigliose - si legge nella lettera - e per
esperienza personale o tramite amici o parenti in molti sanno che talvolta
anche modificare una persiana o i coppi di un tetto per i cittadini che risiedono
in taluni edifici diventa un percorso a ostacoli. Ma va bene se il disagio di
qualcuno è il prezzo da pagare per la tutela di un bene che appartiene a tutti”.
Quanto
accaduto a Lierna , a giudizio del comitato, non ha tuttavia niente a che vedere
con tutto ciò. “L’autorizzazione e l’avallo della Soprintendenza, se
effettivamente ci sono stati - si legge - paiono ai nostri occhi rilasciati con
molta superficialità. Piazza IV novembre, una piazza storica realizzata nel
1929 dall’architetto Giannino Castiglioni, necessitava sicuramente di una
valorizzazione, tuttavia non è così che definiremmo l’intervento attuato.
Valorizzare è un concetto che parte dall’idea di preservare e tutelare quanto
esistente. Qui si è preservato e tutelato ben poco. Piante quasi secolari,
esistenti dal 1929 e parte integrante e viva del progetto di Castiglioni, sono
state abbattute per fare spazio a una cementificazione con qualche nuovo
alberello”.
E
ancora: “Davvero architetti e ingegneri non sanno fare di meglio che radere al
suolo alberi per creare una piazza pedonale? Pensando nel nostro piccolo, se
volessimo riprogettare i nostri giardini e rivolgendoci a un architetto ci
sentissimo proporre di radere al suolo tutto e piastrellare, non solo non gli
pagheremmo la parcella ma lo inviteremmo anche a lasciare la laurea nella
raccolta differenziata e a dedicarsi alla posa dell'asfalto. Per tanto così
potevamo fare anche da soli”.
Poi
altre considerazioni: “Il sindaco ha dichiarato che le piante erano
“ammalorate”. Sulla base di quali perizie? Di quali competenze? Le piante
apparivano in perfetto stato di salute e le foto dei tronchi abbattuti lo
confermano. Non c’è peraltro nessuna ragione urbanistica nell’abbattimento di
tutti gli alberi. Il nuovo progetto in fase di realizzazione prevede infatti la
realizzazione di una piazza pedonale che ben si sarebbe potuta realizzare
tutelando i cipressi e i tigli esistenti… Consideriamo inoltre il valore
diseducativo di un tale modo di operare. I bambini, i ragazzi che hanno visto l’abbattimento
cosa dovrebbero pensare? A scuola insegniamo loro che gli alberi sono
importanti, si organizzano progetti educativi per la tutela dell’ambiente e poi
il Comune li rade al suolo?”.
“Vorremmo
sapere dalla Soprintendenza - continua il testo della lettera - com’è possibile
che abbiate autorizzato un simile intervento che tutto pare tranne che tutelare
il bene culturale e paesaggistico e men che meno educare alla preservazione. Su
quali perizie avete riscontrato un cattivo stato di salute delle piante? Perché
non avete chiesto che il progetto, proprio per valorizzare la piazza storica,
non prevedesse di mantenere le piante originarie? Al ministero dell’Ambiente e
al ministero dei Beni culturali, così
come alla Regione Lombardia, chiediamo che, anche attraverso i comandi
dei Carabinieri preposti, pongano in essere quanto necessario per verificare la
legalità di questo intervento, a partire dalla decisione di affidare l’incarico
diretto a un progettista, senza valutare un possibile concorso di idee, sino
alle autorizzazioni degli organi sovracomunali in quanto, per quanto a noi
noto, il progetto è stato rivisto varie volte e non è ben chiaro a quale
variante del progetto la soprintendenza abbia dato il proprio benestare”.
“Abbiamo
raccolto firme, scritto ai giornali, al Comune, agli enti sovracomunali per
bloccare questo intervento - concludono i firmatari della missiva - ma nessuno
si è fermato per rivedere il progetto. Chiediamo allora che ogni ente coinvolto
si assuma la propria responsabilità, lode e infamia di quanto accaduto, e che
venga accuratamente verificata la legalità dell’intervento soprattutto dal
punto di vista ambientale. Per salvare gli alberi ormai è tardi, ma se ci sono
state mancanze, superficialità o false informazioni chi ne ha avuto la
responsabilità deve renderne conto”.
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