Teatro
della singolare quanto apprezzata iniziativa, che appunto il 12 ottobre (data
della ricorrenza denominata “il giorno di Colombo” e celebrata in molti Paesi
delle Americhe per commemorare l’arrivo di Cristoforo Colombo nel “Nuovo mondo”)
ha coinvolto un attento pubblico di adulti e giovanissimi, la sala civica “Don
Carlo Gnocchi” in via Nazionale.
Il
ballo, si è detto, era uno degli “ingredienti” dell’evento. Il ballo e, nello
specifico, il flamenco di Andrea Ortega, che ad Abbadia vive e insegna e alla
quale si devono l’idea e l’organizzazione dell’iniziativa.
Poi
le riflessioni, con le testimonianze di Chiara Menonna, insegnante alla primaria
“Sandro Pertini” di Mandello, che per un anno ha vissuto in Ecuador lavorando
in una di quelle scuole indigene che non dispongono di sussidi statali, a
differenza di quelle ispaniche.
Ecco
allora il suo lucido racconto, con riferimenti alla situazione attuale, ascoltato con
grande interesse dai presenti e concluso con una
considerazione su cui riflettere: “La gente dell’Ecuador è speciale. Vive in
povertà in una terra dove c’è grande ricchezza e si rallegra all’ascolto di
musiche tristi”.
Già,
la musica. Ad Abbadia le note e le suggestioni dello spartito sono state affidate a due giovanissime
- Chiara Maffeis e Angela Del Pozzo - e ai loro violoncelli. Per celebrare con
il giusto spirito e con ideali motivazioni “el dia de la raza”.
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