Giorgio Marra Mentola |
di Claudio Bottagisi
Un
uomo buono, benvoluto da tutti e altruista, perché con un cuore grande. Un uomo
con il quale era piacevole colloquiare e che amava la vita in ogni dettaglio e
sotto ogni aspetto, anche quelli soltanto all’apparenza meno significativi e tuttavia
capaci di dare la misura di quanto sia vero l’attaccamento di una persona a quello
che la circonda e a tutto ciò che si è chiamati a gestire. E a condividere.
Così
era Giorgio Marra Mentola, al quale oggi pomeriggio Mandello tributerà l’estremo
saluto.
Lo
scorso mese di maggio aveva compiuto 80 anni e per l’occasione la famiglia lo
aveva festeggiato come si conviene per un anniversario di quelli a suo modo
importanti. Lui aveva gradito, anche perché il legame proprio con i suoi
familiari era forte, molto forte: con sua moglie Margherita, sempre al suo
fianco, con i figli Ornella, Roberta e Fabrizio, con il fratello Carlo e con Paola,
la sua unica nipote, che lui adorava e per la quale provava un grandissimo affetto,
peraltro ricambiato.
Nato
a Pesaro, aveva vissuto gli anni della fanciullezza e della giovinezza a Reggio
Calabria, dove quindi aveva anche frequentato le scuole, dove si era avvicinato
al mondo del lavoro in qualità di geometra, dove si era sposato e dove erano
nati due dei suoi tre figli.
Un sorridente Giorgio Marra Mentola al motoraduno mandellese di poco più di due settimane fa. |
Nel
’68 il trasferimento al Nord con la famiglia e il suo ingresso nelle Ferrovie
dello Stato, dove ha lavorato per ben 37 anni e dove ha assolto l’incarico di
capotreno.
Poi
la meritata pensione, che gli aveva consentito di dedicare un po’ più di tempo
anche al ballo, la sua grande passione.
Lo
scorso 10 settembre, dunque non più tardi di un paio di settimane fa, la partenza
per le vacanze con la moglie, destinazione Reggio Calabria. A metà mese l’inizio
di un malessere accompagnato da febbre alta. Una settimana di cure, poi il
trasferimento all’Ematologia dell’ospedale di Reggio. Pochi giorni dopo, il
decesso.
Oggi
l’ultimo saluto nella chiesa arcipretale di San Lorenzo, dove il rito funebre è
fissato per le 15.30.
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