di Claudio Bottagisi
Lo
scorso anno era giunto ad Abbadia Lariana il giorno della festa patronale, il
10 agosto. E durante la messa aveva detto, parlando di don Vittorio Bianchi: “Sa
buttare il cuore in mezzo alla gente, come dovrebbe fare ogni sacerdote”.
Nel
tardo pomeriggio di ieri monsignor Bruno Fasani, prefetto della Biblioteca
capitolare di Verona e direttore responsabile della rivista dell’Ana L’Alpino, è tornato sul Lario a pochi
giorni dalla ricorrenza liturgica di San Lorenzo proprio per salutare il
parroco, prossimo come noto a lasciare Abbadia dopo nove anni, destinazione
Visgnola di Bellagio.
Con
monsignor Fasani c’erano loro, gli alpini del gruppo di Mandello, legati a don
Vittorio da un vincolo di schietta quanto sincera amicizia.
E
lui, il parroco, introducendo la celebrazione eucaristica ha subito ringraziato
don Bruno “per essere arrivato da Verona appositamente per me”. “Del resto
persone così - ha aggiunto - per amicizia fanno questo e altro”.
Quindi
il grazie agli alpini, “portatori di valori che abbiamo il dovere di salvaguardare
in un mondo che, oggi più che mai, ha bisogno di loro e dei loro ideali”.
“Non
mi è costato venire sul vostro lago da Verona - ha detto al termine della
cerimonia monsignor Fasani - anzi sono volato qui con il cuore perché ci sono
persone, e don Vittorio è tra queste, con le quali è immediato, dopo averle
conosciute, sentirsi fratelli”.
“Da
subito - ha aggiunto - ho sentito il profumo della sua umanità e sono rimasto
edificato dal suo modo di essere prete. Ecco perché credo che don Vittorio mancherà
a questa comunità. Noi però siamo tutti viandanti, siamo perennemente in esodo
e la nostra vocazione è una chiamata continua e ci evita il rischio di “fare il
nido” in un unico luogo e magari di adagiarci”.
“Siamo
come le sementi - ha detto ancora don Bruno - trasportate dal vento un po’ qua
un po’ là, ma alla fine destinate a fruttificare”.
Poi
l’ultimo messaggio, rivolto sempre a don Vittorio: “Se è vero che mancherai a
questa comunità, sono però felice per chi ti incontrerà, perché chi sa amare
quando cambia destinazione apre nuove porte. E poi per te io e gli amici alpini
ci saremo sempre”.
Spazio
quindi alla lettura della preghiera dell’alpino da parte di Ermes Gaddi, già
capogruppo dell'Ana mandellese, che ha successivamente rivolto a don
Vittorio l’indirizzo di saluto delle penne nere.
“Grazie
per tutto quello che hai fatto per il nostro gruppo - ha detto - e per essere
stato sempre disponibile e sensibile nei nostri riguardi, elogiandoci e
incitandoci a portare sempre avanti i sacri valori dell’associazione”.
“Ti
facciamo tanti auguri per il tuo nuovo incarico - ha aggiunto - che sicuramente
svolgerai con la bontà, l’impegno e la costanza che ti hanno sempre
contraddistinto”.
Infine
la consegna al parroco, in segno di riconoscenza, dell’orologio da polso
dell’Ana, accompagnato da un ideale messaggio: “Te lo lasciamo come ricordo
così, guardando l’ora e vedendo il nostro simbolo, ci porterai sempre nel tuo
cuore”.
E
nella chiesa di San Lorenzo alpini e fedeli hanno applaudito.
Nel servizio
fotografico di Claudio Bottagisi, le immagini della messa e del saluto degli
alpini e di monsignor Bruno Fasani a don Vittorio Bianchi.
Monsignor Bruno Fasani con il sindaco di Abbadia, Roberto Azzoni. |
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