Un bel primo piano di Mariella Alippi. |
di Claudio Bottagisi
Quando,
al termine del rito religioso, il suono di una zampogna accompagna l’esecuzione
di Fratello sole sorella luna, che è
insieme un canto e una preghiera, pochi dentro la chiesa di San Zeno riescono a
trattenere le lacrime.
E’
un giorno triste, per Mandello e più ancora per il rione di Luzzeno. E’ il
giorno dell’addio a Mariella Alippi, 50 anni compiuti lo scorso mese di marzo.
Una
morte difficile da spiegare e da giustificare. Ad ammetterlo, all’omelìa della
celebrazione eucaristica, è lo stesso don Ambrogio Balatti, che a Luzzeno ha
vissuto e vive tuttora.
“Non
è facile - dice il sacerdote - trovare le parole adatte per confortare chi oggi
è nel dolore di fronte a una morte che umanamente sembra illogica. Mariella era
nel pieno della vita e la sua scomparsa è un insulto appunto alla nostra logica”. “A
volte - aggiunge - vien voglia di rinnegare Dio, ma arrabbiarsi con lui per ciò
che a noi pare inaccettabile vuol dire credere in Cristo”.
Poi
i primi riferimenti alla voglia di vivere di Mariella. E alla sua voglia di aiutare
gli altri. “Per quanto l’ho conosciuta - afferma - sono certo che lei Dio l’ha
incontrato nel suo continuo frequentare le persone e nel mettere gran parte
delle proprie energie per vivere con altruismo e costruire “comunione”. Ha
sempre creduto che il bene è più forte del male e nessuno di noi questo deve
dimenticarlo, perché se viene a mancare la fede appunto nella forza del bene
rischiamo di cadere nel nulla, di farci corrodere da questa tentazione. E la
nostra risposta alla vita e alla morte di Mariella è la fede”.
Un
ulteriore appello a non lasciarsi trascinare dalla deriva materialista ed
egoistica, quindi un altro riferimento a Mariella: “Il suo entusiasmo e la sua
pienezza di vita sono stati apprezzati e la vostra presenza oggi così numerosa
lo dimostra, ma non facciamo l’errore di pensare che tutto sia finito con la
morte, perché come si legge nelle scritture le cose visibili sono di un
momento, compresa la vita terrena, quelle invisibili sono eterne”.
Al
termine della cerimonia Lucia, a nome personale e del Gruppo amici di Luzzeno,
l’associazione che Mariella Alippi aveva contribuito a fondare nel 1996 e a cui
si era poi dedicata instancabilmente e con entusiasmo, ha indirizzato all’amica
scomparsa una toccante testimonianza di affetto.
“Chiediamo
al Signore perché così tanto dolore - ha premesso - ma le risposte non
arriveranno mai se non si ha la fede di credere che non sei stata qualcosa che
Dio ci ha tolto, bensì un dono prezioso che ci ha donato per 50 anni”.
“Sarebbe
facile ora scrivere che eri solare, piena di vita, esuberante e onorarti con
tanti aggettivi - ha aggiunto rivolgendosi direttamente a Mariella - ma tu eri
molto di più e quello che non tutti sanno è quanto tu nella tua vita abbia
messo il tuo tempo a disposizione dei più deboli. Hai regalato sempre a tutta
la tua famiglia e a ognuno di noi il bene più prezioso, il tuo tempo”.
Poi
un altro toccante passaggio: “Sai Mary, noi ora immaginiamo la vita come un
pentagramma che ci viene donato e su cui sta a noi, con le nostre azioni, imprimere
le note più belle e scrivere canzoni che resteranno storia. Ecco, la tua
composizione è stata breve ma indimenticabile”.
Infine
l’ultimo ricordo con la bella strofa di un brano di Renato Zero, cantautore che
Mariella tanto amava: Stelle che ora
tacciono ma daranno senso a quel cielo. Gli uomini non brillano se non sono
stelle anche loro. E una preghiera: “Mary, continua a brillare come solo tu
sai fare”.
Il
ricordo dei coscritti del 1969, di un’amica e degli alpini. Poi soltanto
lacrime, tante lacrime.
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