La casetta dell'acqua di Lierna. |
“I
numeri - spiega il sindaco, Silvano Stefanoni - ci rendono certamente
entusiasti, se pensiamo a quanto petrolio abbiamo risparmiato nella produzione
delle bottiglie di
P.E.T.
(polietilene tereftalato), una resina termoplastica che si ottiene utilizzando combustibili
fossili, appunto come il petrolio”.
“Per
ottenere una tonnellata di P.E.T., ne serve una e mezzo di petrolio e per trasformare
il P.E.T. in bottiglie, viene utilizzata energia, ottenuta frequentemente
consumando sempre petrolio. Potrebbe sembrare irreale, ma per mettere in commercio
uno degli elementi più economici e sani della terra vengono utilizzate quantità
ingenti di uno tra quelli più inquinanti e costosi. Il tutto diventa ancora più
di senso se pensiamo che nel processo di
produzione delle bottiglie di plastica vengono utilizzate anche ingenti
quantità di acqua”.
“Inoltre
l’eliminazione o il riciclo non sono affatto semplici e privi di effetti
collaterali - osserva sempre Stefanoni - Le bottiglie, se lasciate in
discarica, possono impiegare fino a 1000 anni per degradarsi, se le demoliamo
negli inceneritori si rischia di liberare nell’atmosfera sostanze molto dannose
per la salute come la diossina e se infine pensiamo di interrarle si rischia di
inquinare con metalli pesanti terreni e relative falde acquifere, creando così
un circolo vizioso”.
Il
sindaco di Lierna conclude con una considerazione e un appello: “A questo punto dobbiamo porci una domanda: ha
senso continuare a consumare acqua in bottiglia di P.E.T. sapendo che tutto ciò
contribuisce al progressivo impoverimento delle risorse non rinnovabili e all’inquinamento
del pianeta? Direi di no! Perciò, cari liernesi, continuiamo nella buona e sana
abitudine di recarci alla casetta dell’acqua con bottiglie di vetro o di P.E.T., pur sempre utili se riciclate”.
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