di Claudio Bottagisi
Un dipinto di tre metri per due dominato dalla figura
di Giovanni Ravelli in sella a una motocicletta. Sullo sfondo Mandello Lario e
il suo lago, nel cielo un aereo a ricordare quel motociclista e aviatore
originario di Brescia, veterano della prima guerra mondiale, ispiratore con
Carlo Guzzi e Giorgio Parodi della nascita della gloriosa Moto Guzzi.
Era l’11 agosto 1919 quando Ravelli, di ritorno da un
lungo volo di collaudo, si schiantò con il suo velivolo su un campo d’aviazione
veneziano a causa dell’improvviso spegnimento del motore in fase di
atterraggio.
Il 1919, si è detto, lo stesso anno di costruzione del
prototipo Guzzi-Parodi. Della Guzzi, Ravelli avrebbe dovuto essere il
testimonial e il pilota per le competizioni. Da qui la scelta di ricordarlo e
di onorarne la memoria scegliendo un’aquila come simbolo dell’azienda che
sarebbe nata di lì a un paio d’anni.
Il Comune di Mandello l’aveva commissionato qualche
tempo fa, quel dipinto, a Giovanni “Gechi” Trincavelli. E ieri sera è stato
svelato nel cortile dell’officina di via Cavour dove ebbe inizio la storia
della Guzzi. Là dentro lavorava il fabbro Giorgio Ripamonti ed era solito
sostare nei primi anni del Novecento Carlo Guzzi.
Lì gli appassionati possono ammirare ancora oggi il
trapano progettato e costruito sempre da Ripamonti e Guzzi e numerosi altri
ferri del mestiere, mentre in un locale accanto sono custoditi documenti,
immagini e materiali che raccontano a loro volta la storia di quell’azienda
divenuta nel corso dei decenni “un orgoglio italiano”.
C’era anche il sindaco, Riccardo Fasoli, a scoprire e
inaugurare il dipinto che nei giorni del motoraduno internazionale del 6, 7 e 8
settembre potrà essere ammirato sempre nel cortile dell’officina del “Giorgio
ferèe” e che dalla settimana successiva troverà posto all’esterno della Guzzi.
Un bel dipinto, indubbiamente. Detto della figura dominante di
Ravelli in sella alla sua “due ruote”, del velivolo e dello sfondo riproducente
Mandello, va aggiunto che in basso a sinistra è raffigurato un cardellino che
si riflette in una piccola pozza d’acqua. Una scelta non casuale, quella di
dipingere proprio quel simpatico uccellino che a partire dal 1954 e per i
successivi undici anni avrebbe dato il nome a un modello di motocicletta
prodotta dalla Casa mandellese come evoluzione del “Guzzino”.
A richiamare l’attenzione, ieri nel cortile
dell’officina, anche una grande aquila ad ali spiegate, una vera e propria
scultura realizzata da Filippo Borella con tanti piccoli legni recuperati dal
lago.
In bella mostra vi erano poi vecchi modelli Guzzi: una
Normale (la prima motocicletta costruita in serie dalla Casa mandellese), una
“4 valvole”, un “4 tempi” e una “Sport 15” dei primi anni Trenta di proprietà
di Matthias Auth, tedesco di Colonia, appassionato motociclista e anche
collezionista di grammofoni al punto da posizionarne uno, perfettamente
funzionante, dietro il sellino.
Una festa, quella di ieri, con tanto di spettacolo
musicale e sketch. Protagonisti della serata, con ruoli diversi ma tutti
comunque coinvolgenti, Giovanni Gatti, Riccardo Rigamonti, Fabrizio Nicolis,
Franco Rizzuti, Alì Squicciarini, Giordana Bonacina, Tiziana “Titti” Radice,
Raffaella Silvani, Alberto Padovani e Silvestro Iannice, oltre allo stesso
“Gechi”.
Una festa da ricordare, per l’officina di via Cavour.
Una festa con il fascino immortale della Moto Guzzi.
Nel servizio fotografico di Claudio Bottagisi, immagini della serata di ieri a Mandello per i 100 anni del prototipo Guzzi-Parodi.
Bellissimo bravo tricavelli un forte abbraccio dà verrò bravo
RispondiEliminaPeccato.. Che non c ero...
RispondiEliminaSiete Grandi.. Ragazzi..