Originaria di
Valmadrera e ora residente a Lecco, ha pubblicato il libro “Tra parole, dolore
e colore”
di Claudio Redaelli
“La
vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le
porte. E voi potete passare per quella che preferite”. E’ una frase di Jim
Morrison, cantautore e poeta statunitense, dal 1965 al ’71 leader carismatico
dei Doors e una tra le figure di maggior potere seduttivo nella storia della
musica, a introdurre il libro Tra parole,
dolore e colore scritto da Carla Cesana.
Originaria
di Valmadrera ma vissuta nei primi anni della sua vita a Trezzone, nel Comasco,
Cesana (che ora abita a Lecco) ha formato il proprio carattere e il proprio
temperamento a stretta contatto con un ambiente che le ha lasciato una visione
della vita libera, semplice e al tempo stesso spontanea.
Fiori,
alberi, foglie, piccoli animali le sono rimasti dentro come modello e monito
per una vita autentica e senza i filtri di uno sterile formalismo.
In
lei sono poi rimasti intatti quei valori che, piccoli soltanto in apparenza,
sono in realtà profondi e veri, quelli trasmessi dalla natura come ad esempio
la semplicità contadina di cui ancora oggi va fiera pur risiedendo in città.
Carla
Cesana si è dedicata alla poesia quasi con riserbo e il suo verso è simile al
suo gesto pittorico: è diretto, affettivo e semplice, un po’ come il paese dove
ha vissuto come detto gli anni della sua infanzia.
Bene ha fatto, allora, la professoressa Grazia
De Michele, a scrivere nella prefazione che “poesia è anche e soprattutto
incontro, due anime che si vedono su una pagina in cui una ha scritto e l’altra
pian piano ha continuato a sfogliare, condividendo pensieri, emozioni e
sensazioni e sentendoli parte di sé, come se si riconoscesse dentro la parola e
da questa parola venisse letta, interrogata e anche ascoltata e compresa”.
“La
poesia è specchio - aggiunge - specchio di un sé che si rivede e si rinnova
nella parola del poeta. La poesia è riconoscersi. E dunque ogni incontro è come una fiammella di
speranza, è la caduta della solitudine, è una condivisione, spesso piena, di
vite diverse eppure simili e vicine”.
Carla
Cesana è dunque un incontro, è specchio, è riconoscimento. E raggiunge
gradualmente la comprensione di essere “per la poesia”, nel senso che nel corso
di tanti anni scrive e lascia in custodia appunto ciò che scrive al tempo,
quasi volesse cogliere l’attimo e congelarlo, per scoprire ancora istanti ed
esperienze da narrare. E da conservare.
“Carla
- si legge ancora nella prefazione - affida quanto scrive a un inchiostro
diverso, un inchiostro che si costituisca come trasparente espressione non
soltanto per presente ma di tanti vissuti esperienziali del passato. In alcune
liriche il suo sguardo è quello di ieri, ma nel contempo è quello di oggi
perché non si è modificato l’humus di cui lei stessa è intessuta, un terreno di
fiori e di piante e di piccoli o meno piccoli animali, di voci della campagna e
di respiro della montagna”.
E
più avanti: “Amare, soffrire, guardare le cose del mondo con sottile spirito di
ricerca del senso di ognuna di loro è esattamente il progetto umano di Carla,
che si fa verso e parola mai di conflitto ma sempre di condivisione e di unità
come se si dovesse costruire un cielo diverso dove camminare nella trasparenza
e non nel calcolo, nella convenienza o nell’opportunismo”.
Nelle
poesie del libro Tra parole, dolore e
colore Carla Cesana cammina tra cespugli e fiori della sua infanzia ma
anche della sua vita attuale, guarda al mondo con ferma lucidità e, insieme,
con filosofica saggezza. Ogni elemento cantato nella sua poesia rimanda sempre
ad altro, a un ricordo, a un amore vissuto, alla vita degli astri che a lei
appaiono come entità vaganti nello spazio in cerca di un posto, a una
solitudine che a volte si fa fonda per l’indifferenza altrui, a un fiore che
sboccia e cancella la meschinità del mondo e riempie l’universo di bellezza, a
chi, mentre spunta il mattino, le si trova accanto donando calore e amore.
Non
va poi dimenticato che Carla Cesana accompagna la sua vis poetica a una pittura ad acquerello che è specchio dei suoi
versi e dei suoi paesaggi di dentro, segnati dalla delicatezza del suo sentire
e dalla sua capacità di vedere, oltre le cose che appaiono, tutto quanto si
nasconde dietro ogni immagine esteriore.
Primavera…
I fiori che
nascono a primavera / profumano da inebriare i cuori semplici… / Vicino a un
campo fiorito / il cuore si sente leggero / e l’anima danza / volando /
invadendo l’universo / di cose belle, di amore, di gioia
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E se sapeste voi…
E se sapeste voi
/ meravigliarvi in cuore / dei prodigi quotidiani / della vita / il dolore vi
stupirebbe / meno della gioia…
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