Michele Zucchi, mandellese, classe 1923. |
(C.Bott.) Lo scorso mese di marzo nella sala
consiliare di Mandello gli erano state consegnate le due croci al merito di
guerra che gli erano state attribuite dall’Associazione nazionale Divisione “Acqui”.
Un riconoscimento più che meritato, considerato che Michele Zucchi, classe
1923, era scampato nell’autunno del ‘43 all’eccidio di Cefalonia.
Due
croci, appunto: una per la campagna 1940-43, l’altra per quella che va dal ’43 al
’45. E due riconoscimenti giunti a distanza di oltre settant’anni dagli eventi
che ebbero per protagonista l’artigliere mandellese.
Oggi
a Lecco, nella cerimonia ufficiale che si terrà nell’auditorium della “Casa dell’economia” in via Tonale, Michele
Zucchi riceverà la medaglia d’onore (analogo riconoscimento sarà attribuito a
Franco Raffaldi, socio decano del Gruppo alpini di Mandello).
Nato
a Luzzeno di Mandello, quando Zucchi partì per il
servizio militare fu inviato a Cefalonia con la Divisione “Acqui”. Dopo l’8
settembre del ‘43 visse il rifiuto dell’umiliazione di una resa ai tedeschi, i
bombardamenti aerei e i giorni di resistenza (con l’uccisione di molti
prigionieri), quindi la resa. Portato in Russia, sia lui sia altri militari
italiani si ritrovarono prigionieri a fasi alterne prima dei tedeschi poi dei
russi.
Michele Zucchi lo scorso mese di marzo in occasione della consegna delle croci al merito di guerra. |
Fu tra i prigionieri ad Argostoli, venne a sapere
della fucilazione degli ufficiali alla “casetta rossa” e fu tra i soldati
deportati su due navi, una delle quali venne affondata (dei 1.300 militari
italiani imbarcati se ne salvarono 306). Lui cadde in mare, ma fu salvato
dall’equipaggio della seconda nave che trasportava altri prigionieri italiani.
Il 20 ottobre 1943 dal Pireo giunse in treno ad Atene,
dove venne lasciato con gli altri compagni per otto giorni senza acqua né cibo.
I sopravvissuti furono deportati in treno a Lublino, nella Polonia orientale.
Il 6 gennaio 1944 vennero trasferiti vicino a Minsk,
poi in Ucraina. A fine 1944 fu destinato a Königsberg, nella Prussia orientale.
A fine gennaio del ‘45 venne catturato due volte dai russi e altrettante dai
tedeschi, che lo inviarono a Danzica a lavorare nelle trincee.
Liberato il 9 marzo, fu portato a Sluch, a sud di
Minsk, in un campo di concentramento. Il 12 settembre sempre del ’45 partì
finalmente per l’Italia e giunse a Mandello il 3 ottobre.
A consegnare oggi la medaglia d’onore a Michele Zucchi
e a Franco Raffaldi saranno il prefetto di Lecco, Michele Formiglio, e il
sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli.
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