(C.Bott.) “Donne, dee o streghe?”. Una denominazione
accattivante per un apprezzato spettacolo culturale di danze orientali proposto
da Virginia Conti e dalle sue allieve del Centro Equilibrium di Lecco, del
Tatami di Olgiate Molgora e della palestra di Barzanò.
A
ospitare l’evento la sala “Don Ticozzi” di via Ongania a Lecco, che venerdì 31
maggio ha visto appunto la danza - a iniziare da quella del ventre - raccontare
storie e dare voce, attraverso il corpo e i movimenti delle brave protagoniste,
alle donne impossibilitate a esprimersi.
A
spiegare il perché della denominazione dello spettacolo è stata, a inizio
serata, Daniela Valpolini. “Filo conduttore sarà il rapporto tra le donne e la religione
- ha premesso - tema certo non facile da affrontare poiché soggetto a possibili
e probabilmente scontati stereotipi, o comunque a scarsa obiettività”.
Uno
spettacolo capace di proporre proprio attraverso la danza letture e spunti di riflessione
a partire dal primo “quadro”, che rappresentava la donne dee temute, rispettate
e onorate, generatrici di fertilità, dunque di vita.
“Con
la nascita delle più importanti religiosi - è stato spiegato - e l’imporsi di
una società patriarcale la figura della donna è cambiata, dalla creazione
attraverso la maternità a ogni singolo frammento di vita quotidiana”.
Ecco
allora il perché delle streghe richiamate nella denominazione dell’evento: donne
perseguitate, arse vive, maltrattate. Per alcune di loro nessun ruolo nella vita
sociale, nessuna carica. Donne analfabete tenute a tacere.
“Potrebbe
apparire “contrastante” - è stato ancora spiegato prima dell’inizio del saggio -
unire le danze orientali alla religione, ma in realtà sappiamo che sono
inscindibili perché la danza è fin dalle origini manifestazione stessa della
religione, di innata ritualità a gestualità celebrativa”.
Attraverso
la danza, la donna ha trovato con consapevolezza, grazia ed eleganza un modo
per non sentirsi più sola e per farsi forza.
Ospiti
della serata le danze afro a cura di Oumar Sene, il gruppo di percussioni
giapponesi Musubi Daiko e la voce di Franco Defilippi.
Poi
via allo spettacolo, a più riprese applaudito dal pubblico in sala.
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