Intervista al
padre di Giorgio e Marco sull’ultimo numero della rivista “Uomini e Sport”e un
ricordo di Giacomo, alpinista straordinariamente versatile
Da sinistra Francesco "Cecchino" Polvara, Mario "Boga" Dell'Oro, Ugo Tizzoni e Riccardo Cassin. |
(C.Bott.) Lui è Aldo Anghileri, per tutti Aldino,
classe 1946. Tra i suoi meriti alpinistici, con imprese che l’hanno fatto
conoscere ben oltre i confini della città di Lecco e quelli provinciali,
citiamo lo solitaria al Pizzo Badile, le vie in Dolomiti, la spedizione
himalayana alla Sud del Lhotse con Messner, Cassin, Gogna e altri nomi
eccellenti del nostro alpinismo.
Tra
i fondatori del gruppo Gamma, ha aperto il marchio di attrezzature da montagna
Ande. E’ stato poi il padre di due grandi alpinisti purtroppo prematuramente
scomparsi: Giorgio e Marco.
Una
storia lunga, quella dell’Aldino. Avvincente, ricca di colpi di scena, di
momenti di grande felicità ma anche di insostenibile dolore. Una storia
ripercorsa nell’ultimo numero di Uomini e
Sport, la rivista di “df Sport Specialist”, attraverso una dettagliata
intervista di Valentina d’Angella.
Aldino Anghileri |
Bello,
nello stesso numero della pubblicazione fondata da Sergio Longoni, anche lo
spazio dedicato al ricordo di Giacomo Scaccabarozzi nella rubrica “Ogni volta
un nome da non dimenticare”.
Alpinista
straordinariamente versatile, Scaccabarozzi ha amato la montagna in tutti i
suoi aspetti, non soltanto per le arrampicate e per i successivi voli per la
discesa. Nel suo cuore c’era posto anche per la gente che in montagna vive e
lavora: per conoscerla, per aiutarla e per renderne conto nelle sue intense e
dettagliate relazioni.
A
ricordare Scaccabarozzi è Renato Frigerio, che scrive tra l’altro: “Una persona
come lui non poteva farsi circondare che da amicizie sincere e benevolenti,
grazie al suo carattere aperto e alla disponibilità a mettersi al servizio di
chi lo interpellava, capace anzi di prevenire quanto gli si sarebbe potuto
chiedere”.
Giacomo Scaccabarozzi |
“Anche
il fatto di essere stato spesso oggetto di ammirazione e di applausi - osserva
sempre Frigerio - non ha per nulla contribuito a suscitare nei suoi confronti
quell’invidia strisciante che non è raro trovare negli ambienti dove i successi
personali assumono i contorni della competizione”.
Uomini e Sport si apre
peraltro doverosamente con un omaggio a Vincenzo Mancini, scomparso lo scorso
mese di aprile, fondatore e titolare della Cisalfa, marchio ben conosciuto da
coloro i quali sono animati dalla passione per l’alpinismo, l’escursionismo e
per lo sport in generale.
Da
segnalare altresì la rievocazione della spedizione “Città di Lecco” del 1970 al
Cerro Torre e - nello spazio dedicato dalla rivista alla rubrica “Accadeva
negli anni Trenta” - l’articolo di Vittorio Pifferetti sull’ambiente
alpinistico di quegli stessi anni.
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