Il riconoscimento gli è stato attribuito dall'Anap - Confartigianato
Antonio "Nino" Lozza, classe 1925. |
(C.Bott.) Un attestato oltremodo meritato. Ad
attribuirglielo è stato il Consiglio maestri d’opera e d’esperienza di Anap -
Confartigianato, che in tal modo ha inteso riconoscere l’impegno da lui portato
avanti per svariati decenni “con perizia, passione, impegno e correttezza
professionale”.
Un
impegno profuso con serietà nel settore artigianale, fino a farlo diventare un
riferimento per le nuove generazioni.
Lui
è Antonio “Nino” Lozza, mandellese, classe 1925 (compirà 94 anni il prossimo 8
agosto) e il riconoscimento ricevuto dall’associazione nazionale che rappresenta e tutela gli interessi degli anziani e dei
pensionati di Confartigianato e all’interno della quale ha ricoperto anche cariche di
responsabilità premia coloro i quali, come appunto Lozza, diffondono con il
loro talento l’affermazione del made in Italy.
Nino
Lozza è vicino da sempre al mondo dell’artigianato, ma il suo nome si lega come
noto a filo doppio anche al Cai e al cammino del sodalizio alpinistico
mandellese fondato nel 1924.
“Dalla ricostruzione
del rifugio Elisa all’impegno per far conoscere a tutti le nostre montagne - si legge sull’Antologia
alpinistica mandellese data alle stampe nel 1974 in occasione del cinquantesimo
di fondazione del Cai Grigne -
dall’esecuzione della segnaletica su tutti i sentieri delle Grigne a
propugnatore della scuola di alpinismo “Gino Carugati” e dello Sci Cai
Mandello. Nino Lozza è l’anima dell’azione sezionale. Ha fondato la prima
scuola di comportamento in montagna in Italia per giovani dai 6 ai 12 anni ed è
presente da sempre nella squadra di Soccorso alpino. Ricercatore e
collezionista di minerali, è assertore intransigente del rispetto dovuto alla
natura”.
Già,
il Soccorso alpino. Lozza ha avuto un ruolo importante nella storia della
squadra costituita nel 1956 e della quale fu inizialmente vicecapogruppo. Fu
proprio lui, sul finire degli anni Settanta, a ritirare il premio di bontà
“Viettone” assegnato alla squadra di soccorso per l’attività svolta.
E' il giugno 1977. Lozza viene premiato da Riccardo Cassin ai Piani Resinelli per la Secim. |
Ma
il suo percorso di vita l’ha visto attivamente impegnato su più fronti, non soltanto
all’interno del Cai, di cui fu presidente dal 1974 al 1978.
Grande appassionato di fotografia, è noto il suo legame con il territorio, il lago
e naturalmente la montagna.
Naturalmente
il Cai occupa un posto prioritario nei ricordi di Lozza. Ci sono, in
particolare, una data e un evento impressi nella sua memoria. E’ il maggio 1963
e quell’anno il Club Alpino Italiano celebrava il centenario di fondazione.
Per
l’occasione la sezione Grigne organizzò un viaggio a Roma che prevedeva un’udienza
in Vaticano da Papa Giovanni XXIII ottenuta grazie all’interessamento di don Luigi Bianchi, socio e
cappellano del sodalizio, scomparso nel 2015.
A
quella trasferta parteciparono 130 mandellesi. “Quella - ricorda Lozza - fu l’ultima
udienza concessa dal pontefice, da tempo malato. Al Santo Padre donammo una
piccozza argentata con incisa la scritta “Cai Mandello”. Il Papa la apprezzò e
attualmente quella piccozza è custodita presso il museo allestito a Sotto il
Monte, nella casa natale di Papa Giovanni”.
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