L’artista
lecchese inaugurerà la sua "personale" sabato 11 maggio alla galleria “La Nassa” di piazza Era a
Pescarenico
Molo di Mandello: estate" (olio cm.30x40). |
(C.Bott.) Conto alla rovescia per l’inaugurazione
della mostra di Guido Erba Paesaggi
nostri che sarà allestita dall’11 maggio al 2 giugno alla galleria d’arte
“La Nassa” in piazza Era, a Pescarenico di Lecco.
Il
“vernissage” è previsto per le ore 17.30 di sabato prossimo e in galleria sarà
disponibile il catalogo della mostra, che si annuncia di grande fascino e di assoluto
impatto su quanti la visiteranno.
Sarà,
quello di Erba, l’ennesimo atto d’amore per una terra - quella lariana - che
nessun altro ha saputo interpretare e “cantare” come lui appunto ha fatto. E
continua a fare.
Non
a caso proprio nel catalogo della sua prossima mostra il giornalista Claudio
Redaelli scrive che nelle sue opere “ci sono le piazze, spesso animate di gente
indaffarata e distratta, ci sono vie affollate, ci sono le montagne, i rioni
più suggestivi della sua città e gli scorci di un lago capace di riflettere non
soltanto le case delle sue rive ma anche impensabili stati d’animo”.
E
ancora: “Ci sono il sole e la neve, il giorno, la notte e l’imbrunire. E ci
sono le quattro stagioni, ciascuna con i colori - a volte forti e nitidi, in
altri casi decisamente più tenui - e le tonalità che le identificano”.
Guido Erba |
Forse non è un caso che Guido Erba per questa sua “personale” torni alla
“Nassa”, in quel rione manzoniano da lui così tante volte “fermato” sulla tela
quasi a immaginare un futuro che non può prescindere dal passato. E dal
presente.
“Quanta
poesia - osserva sempre Redaelli - nelle sue opere! Quanto fascino in quella
piazza Cermenati in una sera di primavera, nei fiocchi di neve che imbiancano
piazza XX Settembre o la centralissima via Roma, nella vecchia stazione
ferroviaria di Lecco un mattino d’inverno, nei colori autunnali dell’imbarcadero
come nelle vele al tramonto o nel sole di primavera che filtra sotto un
mandorlo in fiore. E ancora negli scorci di Malgrate e Varenna, di Mandello e
di Pian Sciresa”.
Varenna d'estate (olio, cm.36x27). |
Significative
anche le osservazioni di Prashanth Cattaneo, che nelle pagine introduttive del
catalogo osserva: “Oggi si sente spesso parlare di paesaggio. A volte con un
senso di nostalgia, come se fosse qualcosa di legato al passato, ai ricordi,
alla propria infanzia o a quella dei nostri nonni, o delle persone anziane.
Altre volte sentiamo invece gli esperti usare questa parola in modo “dotto”
durante conferenze sull’ambiente o in articoli pubblicati su riviste
scientifiche, come se il paesaggio fosse qualcosa che ci appartiene, ma che è
in pericolo e per questo merita attenzione e intervento”.
Bene
ha fatto, sempre Cattaneo, a sottolineare che “Guido Erba si conferma l’artista
vivente lecchese più innamorato di questo ramo del lago”. “La sua arte è uno
straordinario esempio di educazione al bello e alla cittadinanza - conclude - Perché
per amare il mondo bisogna innanzitutto lasciarsi incantare dai luoghi dove si
vive. Dai paesaggi nostri”.
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