di Claudio Bottagisi
Una
donna affabile, affermata scrittrice, al “De Andrè” di Mandello. Un
gradevolissimo incontro con l’autrice del libro La memoria dei corpi, uscito lo scorso gennaio e che fin dalle prime settimane ha ottenuto lusinghieri
consensi. E unanimi apprezzamenti. Una
donna con una piacevole scrittura, pulita nello stile e di grande impatto sul
lettore.
Lei,
Marina Di Guardo, non a caso ha sempre amato scrivere. “Fin da bambina”, ha
ammesso ieri sul palco del teatro comunale introducendo la sua chiacchierata
con Virna Dotti, per l’occasione nel ruolo di intervistatrice.
Il
suo primo romanzo è del 2012. “Fino ad allora ero sempre stata titubante quando
si trattava di scrivere e poi di pubblicare qualcosa - ha detto - e a darmi la
giusta carica sono state le figlie. Devo a loro, a una piccola casa editrice
siciliana e a Sergio Altieri, scomparso due anni fa, direttore editoriale dei Gialli Mondadori, il merito di avermi
convinta a intraprendere questa strada, che poi non ho più lasciato e che mi
sta dando belle e importanti soddisfazioni”.
Marina Di Guardo ieri sul palco del "De Andrè". |
Prima
del suo intervento, sullo schermo era stato proiettato il booktrailer del suo
ultimo libro, ideale anteprima alla possibile futura trasposizione
cinematografica del romanzo.
E
allora ecco i primi riferimenti ai contenuti e alla trama del libro. Alle
personalità di Giorgio e della fascinosa
Giulia, i protagonisti del romanzo. Ma anche di Agnese, la domestica che ha cresciuto Giorgio al posto della vera madre, una donna algida
morta molti anni prima in un incidente stradale, e del padre dispotico, che
fino al giorno del suo suicidio non ha mai perso occasione di denigrarlo.
“Il
finale lascerà probabilmente esterrefatti i lettori”, ammette Marina Di Guardo,
capace di descrivere in maniera chiara e pulita anche le situazioni più
angoscianti e le inquietudini degli stessi protagonisti.
Poi
il tema e il ruolo della famiglia, che la scrittrice ama tratteggiare nei suoi
romanzi nella consapevolezza che proprio la famiglia sia l’inizio di ciascuno
di noi “come individuo del mondo”.
Quando
le viene chiesto se dopo alcuni mesi dall’uscita del libro rivedrebbe qualcosa
della trama lei risponde senza esitazione: “Assolutamente no. Ho pensato a
lungo a ciò che raccontavo e sono contenta di come ho delineato questo thriller”.
E
sul rapporto con i lettori afferma: “Negli anni è certamente cambiato grazie ai
social network. Io amo il rapporto diretto con i lettori, perciò sono solita
chiedere loro di scrivermi per darmi un giudizio sui miei romanzi”. “Del resto
- aggiunge - ogni libro, una volta pubblicato, non è più soltanto di chi l'ha scritto ma di ogni
lettore”.
Via
allora, a intervista conclusa, proprio al “faccia a faccia” con il pubblico e
alla firma dei libri, con tanto di foto ricordo.
Nel servizio
fotografico di Claudio Bottagisi, le immagini dell’incontro di ieri con Marina
Di Guardo al “De Andrè” di Mandello nell’ambito del Festival della letteratura.
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