I futuri
architetti del corso di urban design del Politecnico di Lecco, grazie alla
disponibilità e sensibilità del professor Minucci, della professoressa Colucci
e dell’architetto Schellino hanno potuto ascoltare dalla Fand provinciale come
una progettazione universale possa portare benefìci per tutti.
Così nei giorni
scorsi i presenti hanno potuto seguire con interesse e partecipazione la
relazione di Michele Corti, architetto dell’Anmic e della Fand provinciale, che
ha magistralmente esposto il valore di una pianificazione urbana che tenga
conto dei vari aspetti tecnici, non escludendo nella sua attuazione anche
il coinvolgimento del tessuto sociale e
culturale, indispensabili per una vera inclusione e una rispettosa convivenza.
Raccogliere e
soddisfare le esigenze delle persone con disabilità non sono solo opere di
sensibilità ma permetteranno a tutti - donne in gravidanza, mamme con il
passeggino, persone con disabilità temporanee - di godere della gioia di
muoversi in liberta negli appartamenti così come nei parchi cittadini.
“Quando si è
limitati per qualsiasi ragione a svolgere un’attività meglio si comprende chi
per una condizione fisica tale impossibilità è permanente. Non è mai superfluo
ricordare quanto ognuno può fare per rendere più semplice la vita agli altri. Non
parcheggiare sui marciapiedi, raccogliere la deiezione dei propri beniamini a
quattro zampe, non occupare lo stallo riservato alle persone con disabilità non
vuol dire favorire qualcuno - ha dichiarato Silvano Stefanoni, presidente della
Fand di Lecco - ma semplicemente comportarsi in maniera civile”.
Progettare
rispettando le normative d’urban design è anche un risparmio per la
collettività, perché evita di intervenire successivamente con adeguamenti spesso
poco gradevoli esteticamente.
La persona con
disabilità è uomo o donna e non esiste il terzo sesso: pertanto non progettare
bagni o camere d’albergo appositi è già un passo importante verso l’abbattimento
delle barriere culturali.
“Oggi - ha
aggiunto Stefanoni - esistono arredamenti confortevoli per tutti e all’occorrenza
adeguati a chi vive una condizione di disabilità. I bagni pubblici dovrebbero
essere esclusivamente maschili o femminili e al loro interno riservarne uno con
gli adeguamenti necessari per le persone con disabilità”.
Questo corso del
Politecnico, offerto per quest’anno in modo sperimentale, verrà riproposto
anche nei prossimi anni, in quanto ha dimostrato la sua validità e suscitato
interesse.
“Rendere prima più
visibile e poi sempre più concreta questa architettura universale
presso la futura generazione di professionisti - ha concluso il presidente
Stefanoni - contribuisce certamente ad agevolare la libertà e il piacere di
muoversi per studio, lavoro o svago di ogni uomo e di ogni donna, giovane o
anziano, senza discriminazione in Italia, in Europa e nel mondo”.
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