Un bel primo piano del dottor Gianpaolo Bonacina, medico di famiglia. |
di Claudio Bottagisi
“Gianpaolo
ora vive la sua Pasqua, il suo passaggio. Spero, e credo, sia la fede a
riunirci oggi in questa chiesa, quella fede che ci dice che questo “passaggio”
deve diventare luce per noi”.
Padre
Sandro Lafranconi ha introdotto così oggi pomeriggio, nella parrocchiale del
Sacro Cuore, il rito funebre del dottor Gianpaolo Bonacina, morto
improvvisamente mercoledì 24 aprile all’età di 68 anni.
Era
gremita, la chiesa mandellese, per l’ultimo saluto a un medico di famiglia stimato
e benvoluto.
“Gianpaolo
vive ora la sua Pasqua”, ha ribadito all’omelìa padre Sandro, che era
affiancato all’altare da don Vittorio Bianchi, parroco di Abbadia Lariana.
Il sacerdote ha tenuto a sottolineare che “se una persona decide di fare il
medico di professione è perché ha scelto di fare del bene e non soltanto a chi
è in difficoltà o bisognoso di cure, perché quando uno è in salute tutta la
famiglia e quelli che gli sono accanto stanno bene”.
“Fare
il medico - ha aggiunto - vuol dire darsi con il cuore, con intelligenza e con
affetto, sopportando a volte anche la stoltezza di pazienti supponenti che
cercano su Internet prima ancora di rivolgersi al proprio medico la natura del
loro malanno”.
“Quanto
male avrai anche dovuto sopportare? - ha aggiunto padre Sandro rivolgendosi idealmente
al dottor Bonacina - Quanti imprevisti e quante controversie hai dovuto
affrontare? Il bene che hai fatto ti giovi ora e ogni tuo peccato ti sia
perdonato”.
Quindi
un’altra riflessione: “La vita continua oltre questo “passaggio” e Gianpaolo ha
soltanto terminato una funzione. Altre ne nascono e lui lascia a ciascuno di
noi l’eredità di sopportare le mille facce del male. E soprattutto ci chiede di
fare a nostra volta del bene. Lui, nel silenzio e nella discrezione, ha saputo
fare del suo meglio e ora è nella luce”.
Infine
l’ultimo messaggio, indirizzato ancora al medico scomparso: “Resta sempre
accanto a noi, che invece siamo nelle tenebre”.
Il
canto di Comunione - Cristo risusciti in
tutti i cuori… - ha richiamato una volta di più l’attualità del messaggio
pasquale. Dopodiché una cugina del dottor Bonacina ha letto a nome di tutti i
familiari questo messaggio: “Per tutti noi Gianpaolo è stato, più che un
cugino, un fratello. A Cristina, Giulia e Virginia vogliamo dire che questo
filo non si interrompe”.
Poi
il congedo, preceduto dalla lettura di questi versi: “Pescatori che sognano sul lago, ragazzi che giocano per strada,
montagne rosse nel tramonto. Si è rotto il sogno, è morto il pensiero. Solo un
vento leggero corre sul lago”.
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