Edita nel 1981,
vi era ricordato ogni evento della lotta di Resistenza. La “firma” del generale
Umberto Morandi
Il generale Umberto Morandi in Val Varrone dopo la Liberazione. |
di Claudio Redaelli
Una
pubblicazione voluta dall’Anpi, d’intesa con la civica Amministrazione, e
dedicata alla memoria di tutti coloro che furono sterminati, trucidati o
deportati negli anni del secondo conflitto mondiale e di quanti, anche negli
anni successivi, sono morti mentre ancora testimoniavano la loro fedeltà agli
ideali della lotta di Resistenza.
Una
pubblicazione dedicata però anche ai giovani desiderosi di costruire, come quei
loro compagni di allora caduti combattendo o torturati o vittime di delazione,
un’Italia migliore, democratica e libera.
Edita
nel 1981, Azioni partigiane e
rastrellamenti nazifascisti dal settembre ’43 all’aprile ’45 nel territorio
lecchese (questo il titolo della pubblicazione) portava la “firma” di
Umberto Morandi, che nell’estate del 1944 aveva assunto il comando del
raggruppamento divisioni d’assalto Garibaldi Lombardia, che comprendeva due
divisioni partigiane in montagna che operarono in provincia di Como, in gran
parte di quella di Sondrio e nella zona nord-ovest della Bergamasca, oltre ad
alcune brigate non indivisionate e a tutte le formazioni Gap e Sap del Comasco.
Arrestato
a Lecco il 12 gennaio del ’45 e trasferito dal carcere di Como a Milano San
Vittore, Morandi entrò a far parte del Comitato di liberazione del carcere
stesso e gli venne affidato il comando della Brigata San Vittore, costituitasi
tra i prigionieri politici.
Al
suo rientro a Lecco a seguito della Liberazione, il Governo militare alleato
gli attribuì il comando zona del Lago di Como. Morì il 5 ottobre 1965,
vent’anni dopo la Liberazione.
La
pubblicazione di cui si è detto ricorda ogni evento della lotta di Resistenza.
“Certo il nostro territorio - ebbe a scrivere l’allora sindaco Giuseppe
Resinelli - non fu teatro di eventi grandi e tragici come quelli che altrove
fecero epopea. Ma come non pensare alla primissima formazione partigiana d’Erna
ove, quasi a realizzare un auspicio, si diedero convegno vecchi e nuovi
combattenti antifascisti? Come non ricordare le violente e feroci repressioni
che insanguinarono la nostra terra e produssero una incredibile e ammonitrice
sfilata di morti, un contributo di sangue incredibilmente elevato che
minacciava di essere dimenticato?”.
E
ancora: “Come non pensare alla lunga, tragica marcia verso i campi di sterminio
degli scioperanti della Bonaiti e degli altri stabilimenti industriali
lecchesi? Come non pensare ai quattro eroici lecchesi fucilati a Fossoli?”.
Ecco
allora lo scopo di Azioni partigiane e
rastrellamenti nazifascisti dal settembre ’43 all’aprile ’45 nel territorio
lecchese: andare nelle mani del maggior numero possibile di ragazzi, di
Lecco e del territorio, per consentire loro, attraverso la memoria dei padri e
dei nonni, la ricostruzione di determinati eventi per rivivere quei giorni, per
farne partecipi se stessi e gli altri, per trarli dal ricordo polveroso e farli
diventare memoria viva. E tempo presente.
Nella
pubblicazione vengono elencate le azioni partigiane, oltre ai rastrellamenti
nazifascisti, ai partigiani caduti, alla costituzione delle formazioni, alle
zone di espatrio clandestino, agli aviolanci e alle truppe esistenti nel
territorio.
Si
parla poi delle centrali elettriche protette, dei danni subìti dalla
popolazione civile, delle missioni alleate e infine del grande rastrellamento
dell’autunno 1944.
Grazie
al generale Morandi fu insomma possibile scoprire l’antefatto nella terra
lecchese della Costituzione repubblicana, testamento dei centomila caduti della
lotta di Resistenza.
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