La religiosa fu
uccisa nel giugno del 2000. Stasera nella collegiata di San Lorenzo il vescovo
di Como Oscar Cantoni presiederà la messa solenne
Suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna nel giugno del 2000. |
di Claudio Bottagisi
“Volevano
far vincere il male ma hanno fatto trionfare il bene”. Con queste parole don
Ambrogio Balatti aveva chiuso nel 2014 l’incontro dedicato alla figura di suor
Maria Laura Mainetti, la religiosa originaria di Colico uccisa a inizio giugno
del 2000 a Chiavenna da tre ragazze minorenni.
Erano
in tanti, quella sera di marzo al Teatro San Lorenzo, ad ascoltare la
testimonianza del sacerdote nativo di Mandello, all’epoca del delitto arciprete
proprio di Chiavenna. Con lui, a parlare della religiosa trafitta da 19
coltellate e capace prima di morire di perdonare le sue carnefici, suor
Beniamina Mariani delle “Figlie della Croce”, la congregazione presso la quale
studiò suor Maria Laura, che appunto con suor Beniamina (che alla consorella trucidata
ha anche dedicato un libro) condivise tutto il periodo di formazione alla vita
religiosa.
“Un
evento tragico ha concluso l’esistenza di suor Maria Laura - aveva esordito don
Ambrogio - e già nelle ore immediatamente successive al delitto tutti, a
partire dagli inquirenti, si interrogavano sul perché era potuto accadere.
Perché a una persona così buona? Perché, visto che tra la religiosa e quelle
tre ragazze non vi era alcuna relazione né alcun gesto da vendicare? Perché,
considerato che non volevano neppure rapinarla?”.
“Per
vincere la noia - aveva aggiunto il sacerdote - e per risvegliare Chiavenna, si
era detto all’inizio. Poi però è uscito il satanismo come chiave di lettura e
man mano che passavano i giorni si è fatta strada la consapevolezza che le tre
ragazze erano schierate dalla parte del male e volevano farlo prevalere a ogni
costo”.
Don Ambrogio Balatti, mandellese, la sera del marzo 2014 al teatro San Lorenzo. |
Don
Ambrogio, che inizialmente pare dovesse essere la vittima designata dalle tre minorenni,
ha quindi ripercorso le tappe che avevano portato le ragazze, seguaci di
Marilyn Manson, ad avvicinarsi prima all’occultismo poi appunto al satanismo,
inducendole tra l’altro a inneggiare a Lucifero pochi mesi prima dell’orribile
delitto attraverso un’inequivocabile scritta apparsa sul muro del cimitero di
Chiavenna.
“Suor
Maria Laura non aveva voluto sottrarsi all’incontro che una delle giovani le
aveva chiesto sostenendo di essere stata violentata e di essere incinta - aveva
osservato il sacerdote - e ha dimostrato fino in fondo la sua coerenza. E le
stesse ragazze che volevano far prevalere il male hanno dovuto rendersi conto
che puoi anche togliere la vita ma non puoi distruggere l’amore. Così suor
Maria Laura ha sconfitto il loro progetto”.
“Era
una brava suora - aveva detto dal canto suo suor Beniamina - ed era una di noi.
Ecco perché quando è stata uccisa non riuscivamo a capire cosa potesse esserci
dietro quel delitto. Di lei rimanevano impressi il sorriso, la sua gioia e il
suo silenzio e in effetti in tanti anni io non ho mai visto sul suo volto
un’espressione che non fosse gioiosa”.
“Pochi
giorni prima di morire - aveva aggiunto - aveva confidato a una consorella di
essere felice perché il Signore era contento di lei, pur se sentiva di dover
ancora migliorare. Diceva di aver paura delle sue insicurezze e dei suoi
insuccessi e chiedeva a Dio di illuminarla”.
Suor
Beniamina aveva anche parlato dell’entusiasmo di suor Maria Laura e dell’amore
che lei nutriva verso ogni persona in quanto tale, oltre appunto che della sua
profonda gioia, “mai intaccata dalle difficoltà del cammino”.
“Era
davvero una di noi - aveva ripetuto la religiosa - e viveva la semplice
quotidianità che era divenuta la sua missione e che per lei consisteva
nell’accogliere, ascoltare e poi intervenire con i mezzi che si hanno a
disposizione. La sua era una presenza semplice e lei ha saputo testimoniare la
carità che si fa ascolto e condivisione”.
Parlando
del ruolo di educatrice di suor Maria Laura (per la quale nel 2005 si era
aperto il processo diocesano di beatificazione, concluso nel giugno dell’anno
successivo), suor Beniamina aveva ricordato di quando, dopo la morte della
religiosa, un suo ex alunno indirizzò alla congregazione delle Figlie della
Croce una lettera in cui diceva di non aver dimenticato il suo affetto e i suoi
insegnamenti, “che - spiegava - hanno forgiato la mia personalità”.
“Molte
volte - aveva affermato sempre la religiosa nativa di Lissone - ricordo di
averla vista in lunghe silenziose preghiere davanti all’Eucarestia. Lei Dio lo
chiamava “papà” e diceva: “C’è un papà che guida e dirige tutto”. Si
entusiasmava nei confronti di chi sapeva vivere la fede con coraggio fino a
dare la propria vita e lei stessa ha saputo andare oltre: ha dato a sua volta
la propria vita e ha anche saputo perdonare chi gliela stava togliendo”.
“Il
miracolo d’amore di suor Maria Laura è la sua luminosa testimonianza - aveva quindi
concluso don Ambrogio Balatti - che ora è doveroso far conoscere. Con lei
predomina la luce che vince le tenebre, perché se è vero che il fascino del
male c’è sempre è altrettanto innegabile che la cattiveria non può distruggere
la fede e l’amore”.
Monsignor Oscar Cantoni, vescovo di Como. |
Lunedì
11 marzo, alle 20.30, presso la Collegiata di San Lorenzo in Chiavenna il
vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, presiederà la messa solenne in
occasione dell’avvenuta traslazione dei resti mortali della religiosa.
Suor
Maria Laura ora riposa proprio nella chiesa di Chiavenna, nella cappella intitolata
a san Giovanni Nepomuceno.
Dal
2000, quando venne uccisa, la sua tomba, così come il luogo dell’assassinio,
sono meta del ritrovarsi spontaneo in preghiera di moltissime persone. E in
questi anni l’affetto per suor Maria Laura è rimasto immutato. Si è anzi
accresciuto nella riconoscenza per la sua passione educativa, declinata nel
carisma della congregazione delle suore “Figlie della Croce”, nell’impegno
presso il convitto per le giovani di Chiavenna e all’interno della comunità,
accanto alle nuove generazioni, alle famiglie, nella scuola dell’infanzia e
come catechista.
La
decisione di traslare le spoglie di suor Maria Laura in San Lorenzo, in un
luogo più idoneo alla preghiera dei devoti e dei familiari, accoglie il moto
delle moltissime persone che desiderano recarsi in visita alla sua tomba.
Ottenute
le necessarie autorizzazioni, il trasferimento è avvenuto nel periodo in cui la
Chiesa di Como è impegnata nel Sinodo diocesano “Testimoni e annunciatori della
Misericordia di Dio”. Suor Maria Laura è del resto una delle figure che
accompagnano, per il suo esempio di vita, questo cammino sinodale, affidato
all’intercessione della Madonna di Gallivaggio, madre di misericordia, accolta
nella stessa collegiata di San Lorenzo per la momentanea inagibilità del
santuario.
Tutti
sono dunque invitati a partecipare alla messa solenne di lunedì 11 marzo e a
pregare per chiedere il dono della beatificazione di suor Maria Laura, il cui
iter è in corso di svolgimento nei modi e nei tempi canonicamente previsti.
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