(C.Bott.) Colori, suoni, allegria e spensieratezza. Come
dire, gli “ingredienti” del Carnevale di Schignano, la cui edizione 2019 aveva
preso il via già nella notte tra il 5 e 6 gennaio. Da quel momento era stato un
susseguirsi di preparativi destinati a culminare nelle sfilate e nei cortei di
febbraio e marzo, che da anni richiamano migliaia di turisti in questo angolo
di terra incastonato nella verde Valle Intelvi, a pochi minuti di strada dalle
sponde del Lario.
Il
via ai cortei era stato dato domenica
24 febbraio
con la sfilata dedicata ai bambini e con le maschere tradizionali di “Brut” e “Mascarun”
e i costumi più moderni dei più piccoli a fare per così dire da “anteprima” al
clou del Carnevale, in scena nelle giornate di sabato 2 e martedì
5 marzo.
Partita
da piazza San Giovanni a Occagno, la sfilata - seguita da un gran numero di
persone giunte a Schignano per assistere a un incredibile viaggio nelle
tradizioni e nelle memorie di un’intera comunità - ha raggiunto Auvrascio.
Ora
l’attesa è tutta per la sfilata finale, quella del “martedì grasso”, quando andrà
in scena anche la tradizionale “fuga del Carlisepp”. Il fantoccio che
impersonifica il Carnevale, sarà prontamente riacciuffato e messa al rogo al
termine di una festosa serata fatta di danze e piatti della gastronomia tipica.
Sul
sito ufficiale del Carnevale di Schignano si legge: “Il corteo viene aperto dai
“Sapeur”. Questi personaggi, solenni e teatrali, hanno il volto dipinto di nero
e lunghi baffi. Indossano abiti di pelle di pecora e portano particolari
borracce ricavate dalle zucche. Seguono i “Mascarun”, che nascondono il viso
dietro grandi maschere di legno intagliate. Hanno vestiti dai colori sgargianti
e grandi pance, a testimonianza di prosperità. Sono detti anche i “Bei”, cioè i
“Belli”, e si contrappongono agli ultimi personaggi della sfilata, i “Brut”,
ossia i “Brutti”. Questi chiudono il corteo indossando stracci e mostrando la
loro gobba piena di foglie secche. In una mano tengono la scopa e nell’altra un
fiasco di vino per consolazione della loro cattiva sorte”.
Volontari,
residenti, amici, mascherai e associazioni. Tutti partecipano alla “costruzione”
del Carnevale di Schignano. Oltre all’amministrazione comunale anche l’asilo, le
scuole, l’associazione "La M.A.SCH.E.R.A" (Mascherai artisti schignanesi estimatori ricercatori associati), la Pro loco e gruppi di cittadini si danno da fare con passione per fare
del Carnevale di Schignano, dei suoi personaggi, della sua storia e delle
sue tradizioni un appuntamento clou non soltanto per il territorio comasco e
lariano.
I “Brut”
Dietro
antiche enigmatiche maschere scolpite a mano nel legno, catturano l’attenzione
dei presenti con balzi, cadute e abiti che richiamano uno stile di vita umile.
Ricoperti da stracci, pelli di animali e pesantissimi campanacci, portano in
scena il “povero”, costretto a vivere di pastorizia, agricoltura o addirittura
a emigrare per mantenere la famiglia. Gli abiti dimessi, gli attrezzi contadini
di una volta e le pesanti campane, compongono un costume che sovente finisce col
pesare decine di chili.
Il “Mascarun”, o “Bell”
L’andatura
calma e retta, gli abiti vezzosi e colorati, i pizzi, i merletti e il pancione
gonfio conferiscono eleganza e un’aura di nobiltà ai “Mascarun”. Accompagnati
da sontuosi bastoni, ombrellini e sgargianti ventagli, i “Mascarun” invitano
spesso i “Brut”, con modi risoluti, a rialzarsi.
La Ciocia
Una
sola e stridula è la voce ammessa a parlare durante i cortei del Carnevale di
Schignano: quella della Ciocia, moglie-serva del “Mascarun”, petulante e
polemica, divertente caricatura delle donne di un tempo e macchietta degna del
più nobile teatro dell’arte. Tassativamente rappresentata da un uomo con il
volto sporco di fuliggine, abiti tradizionali e zoccoli di legno, si aggira tra
i presenti lamentandosi delle angherie del marito e coinvolgendo gli spettatori
in esilaranti minisketch.
Il Sapeur e la Sigurtà
Con
il volto dipinto di nero e abiti in pelle di pecora, i “Sapeur” - con tanto di
ascia - sono chiamati ad aprire e a sorvegliare il corteo subito dietro la “Sigurtà”,
maschera che invece rappresenta l’autorità.
Il Carlisepp
E’
il fantoccio che rappresenta il Carnevale. Appeso in piazza durante i giorni di
festa, è destinato a essere bruciato nel rogo finale del “martedì grasso”, non
dopo aver tentato di fuggire invano in una drammatica e rocambolesca corsa tra
la folla e i vicoli.
Nel servizio fotografico
di Claudio Bottagisi, le immagini del “sabato grasso” al Carnevale 2019 di Schignano.
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